Quali sono i disturbi più comuni durante la gravidanza?

Disturbi in gravidanza riguardanti l’apparato digerente

Uno dei più comuni disturbi in gravidanza è l’acidità di stomaco, che colpisce molte donne nel primo trimestre di gestazione, soprattutto dopo i pasti . Il disturbo può essere di natura nervosa e/o dipendere dall’ormone della gravidanza, che stimola il riflusso di parte del contenuto acido dello stomaco nell’esofago e di conseguenza nella gola.

Per risolverlo è il caso di frazionare i pasti nell’arco della giornata e, soprattutto, di non sdraiarsi subito dopo mangiato. Può dar sollievo masticare con estrema lentezza qualche nocciola o un po’ di mollica di pane, poiché rendono meno acido quanto è contenuto nello stomaco.

Nausea

C’è poi la nausea, corredata spesso dai conati di vomito più che dal vomito vero e proprio. Anche qui, si tratta soprattutto del primo trimestre di gravidanza, ma il disturbo colpisce una fascia di donne ampia, pari almeno alla metà, anche se con intensità diversa. Il momento peggiore è quello del risveglio, ma per alcune la nausea dura per l’intera giornata. All’origine di questo problema ci sono delle turbe del sistema neurovegetativo provocate oltre che da fattori nervosi, dall’azione dell’ormone gonadotropina corionica.

Compaiono infatti verso la quinta settimana di gravidanza e generalmente scompaiono alla fine del terzo mese, con un andamento parallelo alla presenza di quell’ormone nel sangue. In alcuni casi il vomito diventa intenso ed irrefrenabile, al punto da provocare la perdita di notevoli quantità di sali minerali, uno stato complessivo di sottoalimentazione e una perdita di peso. In questo caso si tratta di un disturbo chiamato iperemesi gravidica, una vera e propria malattia che richiede l’intervento del medico.

Per contrastare la nausea può essere sufficiente mangiare qualche biscotto o un pezzo di pane con la mollica non appena svegli, meglio se prima ancora di alzarsi dal letto. Se invece il disturbo dura per l’intera giornata, non solo il mattino, è il caso di suddividere l’alimentazione quotidiana in piccoli spuntini a base di cibi semplici, moderatamente salati e non troppo liquidi, in modo da non lasciare lo stomaco vuoto troppo a lungo.

Si può mangiare quel che si vuole, non serve mangiare solo in bianco, ma è consigliabile aumentare le dosi di proteine. È bene invece evitare tutti quegli stimoli che in genere fanno peggiorare la nausea o facilitano il vomito, come il fumo di sigaretta, il caffè, gli ambienti chiusi, l’aria viziata, gli odori forti.

Stitichezza

Altro disturbo è la stitichezza, che può presentarsi o peggiorare a causa della gravidanza, in primo luogo perché il peso dell’utero comprime l’intestino sempre più, e infatti è proprio dal secondo trimestre che il problema diventa più frequente. Inoltre, la situazione ormonale rende la muscolatura dell’intestino particolarmente rilassata, con la conseguenza che la motilità intestinale si riduce. Va da sé che ne deriva una certa stitichezza, che può provocare inoltre gonfiore al ventre, nausea, sensazione di mancanza di fiato e doloretti intestinali.

A volte possono insorgere anche delle vere e proprie coliche molto dolorose , per le quali va consultato il medico. In generale, comunque, non bisogna mai ricorrere ai purganti o ai lassativi, neanche se si tratta di erbe, perché i lassativi sono irritanti per l’intestino e possono alterare i meccanismi di assorbimento di determinate sostanze, e in questo periodo è più che mai importante che ciò non avvenga.

Bisogna invece condurre una vita sana,  mangiare in modo corretto, bere molta acqua: la mattina a digiuno due grandi bicchieri di acqua non gassata e a temperatura ambiente fanno bene, a patto che non si soffra di nausea. Sempre al mattino, mangiare un kiwi maturo, mentre prima degli altri pasti può essere utile prendere un cucchiaino di olio d’oliva. Molto utile la frutta cotta, mentre fra le ‘crude’ via libera ad albicocche e fichi secchi.

Emorroidi

Sono piccole dilatazioni delle vene dell’ano che durante la gravidanza possono comparire o peggiorare con maggior facilità, anche perché l’eventuale stitichezza può favorirle. Inutile dire che rappresentano un problema molto fastidioso, perché possono infiammarsi, provocare dolori, bruciori e addirittura sanguinare.

Se invece comportano solo un po’ di prurito, può essere sufficiente adottare qualche precauzione secondo il consiglio medico: ignorarle è sconsigliato, anche perché durante il parto potrebbero procurare fastidi di varia entità.  Come risolvere il problema? Per chi ha l’intestino pigro, il primo passo consiste proprio nel risolvere questo problema, altrimenti la stitichezza fa peggiorare le emorroidi e viceversa.

E’ buona norma, inoltre, praticare una attenta pulizia locale lavandosi con acqua tiepida e sapone a Ph acido ogni volta che si va di corpo. Infine, per alleviare il fastidio è possibile farsi prescrivere dal medico una pomata antiemorroidaria, oppure farsi preparare dall’erborista una crema apposita.

Perdite intime

Durante la gravidanza i vasi sanguigni vaginali e vulvari si dilatano, il flusso sanguigno aumenta, le ghiandole lavorano più del solito e le stessi pareti della vagina trasudano in abbondanza. La conseguenza di tutto ciò è la formazione di un fluido lattiginoso, ricco di un particolare tipo di cellule che si sfaldano dalla mucosa; in pratica le normali perdite vaginali risultano molto più abbondanti del solito.

Tutto questo, contrariamente a quello che molte donne temono, è del tutto normale e per nulla preoccupante. Anzi, questa secrezione ha un particolare grado di acidità che mette automaticamente al riparo la vagina dalla maggior parte delle irritazioni e delle infiammazioni. Se però le perdite, oltre ad essere abbondanti, sono accompagnate da prurito o bruciore ed hanno un cattivo odore, bisogna rivolgersi al ginecologo perché può trattarsi di una vaginite.

La cosa migliore per evitare irritazioni è un’accurata igiene intima: oltre a cambiare quotidianamente la biancheria, è bene lavarsi tutte le volte in cui si va di corpo usando acqua tiepida e sapore a Ph acido. Se fa caldo o le perdite sono particolarmente abbondanti, ci si può rinfrescare più volte al giorno senza usare tutte le volte il sapone; basta un po’ di acqua tiepida alla quale aggiungere qualche goccia di limone.

Disturbi in gravidanza: vene varicose

Durante l’attesa di un figlio, il particolare equilibrio ormonale provoca un rilassamento delle pareti venose che rendono ad allentarsi, per così dire. A questo si deve aggiungere la maggior quantità di sangue in circolazione e, dal quarto-quinto mese, la pressione dell’utero sulle vene che ostacola il riflusso del sangue dalle gambe.

Tutti questi elementi messi insieme rendono molto probabile la comparsa di varici alle gambe: in un primo tempo le vene divengono visibili sotto la pelle, gonfie ed anche dall’aspetto irregolare, e provocano fastidio o una sensazione di pesantezza quando si trascorre molto tempo in piedi. Le donne maggiormente a rischio sono quelle in sovrappeso, quelle che hanno precedenti in famiglia e chi ne soffriva già prima della gravidanza.

Se invece a comparire sotto pelle è solo qualche venuzza sottile e rossastra, non c’è da preoccuparsi, nel senso che l’unico danno è quello estetico.

Consigli per aiutare la circolazione

Attenzione a non trascurare le vene varicose, perché non solo non regrediscono dopo il parto, ma possono anche diventare un problema serio nel corso di eventuali altre gravidanze successive. I consigli per evitarle o quanto meno cercare di prevenirle sono molti e tutti facili da seguire:

  • approfittare di ogni occasione per ‘scaricare’ le vene sollevando le gambe e poggiando i talloni più in alto possibile. Basta anche allungare le gambe poggiando i piedi su una sedia. A casa, sdraiarsi a terra e poggiare le gambe sul sedile di una poltrona o i piedi sul muro
  • cercare di camminare il più possibile, basta anche una breve passeggiata ogni giorno, da effettuare camminando a passo normale, non troppo velocemente
  • usare le scarpe giuste, cioè comode e con tacco medio. Evitare assolutamente i tacchi alti e gli stivali stretti al polpaccio
  • al  mare, non esporre le gambe al sole, soprattutto nelle ore più calde
  • spalmare almeno una volta al giorno un  gel defaticante per le gambe o pomate specifiche che alleviano il senso di pesantezza e stimolano la circolazione. Tra le erbe, le più indicate in tal senso sono l’ippocastano, l’hamamelis e il rusco.

Crampi

Può accadere, soprattutto durante le ultime settimane di gravidanza, che vengano dei crampi alle gambe e ai piedi, specialmente durante la notte. Le cause possono essere diverse, dalla stanchezza alle variazioni circolatorie alla carenza di potassio e magnesio.

Nel momento in cui compare il dolore, bisogna massaggiare  e scaldare la parte per riattivarla circolazione. Se il crampo è al polpaccio, per farlo passare si può provare ad appoggiare la mano sotto le dita del piede e a tirare verso l’alto, oppure a battere più volte il tallone con forza sul pavimento. Se i crampi sono accompagnati da gonfiori agli arti inferiori, significa che probabilmente vi è una carenza di potassio.

In questo caso, per farli passare può essere utile mangiare un pezzetto di limone, meglio se con la buccia, oppure bere un grande bicchiere di acqua non gassata in cui è stato spremuto il succo di un limone. Per prevenire i crampi, è necessario integrare la dieta con cibi ricchi di potassio o magnesio: banane, limoni, melone, anguria, insalata, brodo di verdure e parmigiano ne contengono in buona quantità e sono in generale degli ottimi integratori di sali minerali. Se il medico lo ritiene opportuno, si possono anche assumere degli integratori.

Disturbi in gravidanza: insonnia

Dal quinto mese in poi, un po’ di insonnia è normale, anche se a livello scientifico non esistono ancora spiegazioni ufficiali. Potrebbe dipendere dal feto, che si muove, scalcia, secerne ormoni in grado di interferire con quelli materni e trova mille modi per rendere meno semplice il sonno.

I farmaci vanno evitati, se non in caso di vera necessità e sotto stretto controllo del medico. Per facilitare il sonno è opportuno cercare di condurre una vita regolare, facendo pasti leggeri e semplici da digerire, evitando di andare a letto subito dopo mangiato.

E ovviamente, ad una vita poco sedentaria corrisponderà meno difficoltà ad addormentarsi. Se niente funziona, si può cercare di recuperare il sonno perduto dormendo un pochino di giorno, senza esagerare, altrimenti può essere difficile riportare il ciclo sonno-veglia alla normalità. Veri rimedi non ce ne sono, e per l’utilizzo di erbe si deve rigorosamente ricorrere al parere del medico.

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