La pastiera napoletana è molto più di un semplice dolce pasquale: è un simbolo della cultura gastronomica partenopea, un’icona culinaria che racchiude secoli di storia, tradizioni e leggende.
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Le origini antiche
Le radici della pastiera affondano nell’antichità. Alcuni storici ritengono che la sua origine risalga addirittura ai riti pagani dedicati alla dea Cerere, divinità romana della fertilità e dell’agricoltura. Durante queste celebrazioni primaverili, si offrivano in dono uova e grano, simboli di rinascita e abbondanza – elementi fondamentali dell’attuale ricetta.
Con l’avvento del Cristianesimo, molti rituali pagani furono reinterpretati in chiave cristiana, e così anche questo dolce venne associato alla Pasqua, festa della resurrezione e della nuova vita.
La prima documentazione scritta della pastiera risale al XVI secolo, quando il dolce veniva preparato nei conventi napoletani. Le suore del convento di San Gregorio Armeno erano particolarmente abili nella sua preparazione e sono considerate le vere “madri” della ricetta moderna.
Si dice che proprio una suora volle aggiungere l’acqua di fiori d’arancio per simboleggiare i giardini del convento, conferendo al dolce quel profumo inconfondibile che lo caratterizza ancora oggi.
La leggenda della Sirena Partenope
Una delle leggende più affascinanti sulla nascita della pastiera è legata alla sirena Partenope, figura mitologica da cui la città di Napoli prende il suo nome antico. Si narra che ogni primavera, la sirena emergesse dalle acque del golfo per cantare con la sua voce melodiosa. I pescatori, incantati, le offrivano in dono i prodotti della terra: farina, ricotta, uova, grano, fiori d’arancio, spezie e zucchero.
La sirena, commossa da questi doni, li portò agli dei che li trasformarono nel primo dolce di pastiera. Quando Partenope tornò per ringraziare gli abitanti, non trovò più i doni ma questo meraviglioso dolce che da allora divenne simbolo delle celebrazioni primaverili.
La tradizione della preparazione della pastiera
Tradizionalmente, la pastiera veniva preparata il Giovedì Santo per essere consumata la domenica di Pasqua. Questa tempistica non era casuale: il dolce necessita di alcuni giorni di riposo affinché tutti gli aromi si amalgamino perfettamente.
La preparazione era un vero e proprio rituale familiare con tecniche e segreti, tramandati di generazione in generazione. Ogni famiglia napoletana custodisce gelosamente la propria variante della ricetta, con piccole modifiche che rendono unica ogni pastiera.
Gli ingredienti simbolici
Ogni ingrediente della pastiera ha un significato simbolico profondo:
- il grano cotto rappresenta la rinascita e la fertilità,
- la ricotta simboleggia la purezza,
- le uova sono emblema di nuova vita,
- la scorza d’arancia candita e l’acqua di fiori d’arancio evocano i giardini paradisiaci,
- la cannella e le spezie orientali ricordano i doni dei Re Magi.
Le strisce di pasta frolla
Il numero delle strisce sulla pastiera napoletana è un elemento tradizionale che ha un significato simbolico profondo. Secondo la tradizione napoletana, le strisce di pasta frolla che decorano la superficie della pastiera dovrebbero essere proprio 7. Questo numero non è casuale ma ha diverse interpretazioni simboliche:
- Le 7 strisce rappresenterebbero i 7 giorni della settimana, con un particolare riferimento alla Settimana Santa che precede la Pasqua.
- Nella simbologia cristiana, il numero 7 è molto importante e ricorrente: i 7 sacramenti, i 7 doni dello Spirito Santo, le 7 opere di misericordia.
- Secondo alcune tradizioni popolari, le 7 strisce simboleggiano i 7 conventi napoletani dove originariamente si preparava questo dolce.
- Un’altra interpretazione collega le 7 strisce alle antiche strade di Napoli (i “sette decumani”) del centro storico.
La disposizione tradizionale prevede che queste strisce formino un reticolo sulla superficie del dolce: alcune strisce vengono posizionate in orizzontale e altre in verticale, creando un disegno a rombi che è diventato caratteristico di questo dolce pasquale.
Va notato che, sebbene la tradizione più rigorosa prescriva 7 strisce, nella pratica quotidiana molte famiglie e pasticcerie possono utilizzare un numero diverso di strisce, adattando la decorazione alle dimensioni della teglia o alle preferenze personali. L’essenza della pastiera resta comunque intatta, anche quando la tradizione viene leggermente modificata.
La pastiera oggi
Nel corso dei secoli, la pastiera è diventata un simbolo gastronomico che ha superato i confini regionali e nazionali. Oggi è apprezzata in tutto il mondo come uno dei dolci più rappresentativi della tradizione pasquale italiana.
Sebbene sia possibile trovarla nelle pasticcerie durante tutto l’anno, rimane principalmente legata al periodo pasquale.
Mentre ci prepariamo a celebrare la Pasqua, ricordiamo che gustare una fetta di pastiera significa partecipare a un rito che attraversa la storia, unendo passato e presente in un’esperienza sensoriale straordinaria.