In Italia soffre di questo disturbo psichiatrico una persona su due, quindi circa un milione di persone. Un numero alquanto significativo, che ci fa capire quanto sia importante non sottovalutare questa patologia, che invece il più delle volte viene scambiata per una “semplice” depressione. Prima che si arrivi alla diagnosi corretta e alle cure conseguenti del caso spesso passa molto tempo, e questo non fa che aggravare le manifestazioni legate al problema. Il disturbo bipolare è caratterizzato da due fasi o momenti ben distinti: la fase maniacale, che si presenta come un periodo di umore eccessivamente elevato, con episodi di eccessiva irritabilità e iperattività, e la fase depressiva, nella quale subentrano sentimenti di disperazione, inadeguatezza e colpa. In questa fase, in genere, si perde interesse per le attività quotidiane e si verificano modificazioni nel peso, nel sonno e nell’appetito.
Il Blue Monday: tra mito e realtà
Il Blue Monday, considerato il “giorno più triste dell’anno”, è stato identificato nel 2005 da Cliff Arnall, uno psicologo dell’Università di Cardiff. La data, che cade sempre il terzo lunedì di gennaio, è stata determinata attraverso una formula che tiene conto di numerosi fattori interconnessi tra loro. Questi comprendono le condizioni meteorologiche tipiche del periodo, l’accumulo di debiti dovuti alle spese natalizie, il tempo ormai trascorso dalle festività, il graduale abbandono dei buoni propositi per l’anno nuovo, e un generale calo della motivazione personale.