Quali sono le caratteristiche dei vari stili di nuoto?

Ebbene il nuoto non solo si può praticare a più livelli, amatoriale ed agonistico, ma inoltre gli stessi  movimenti se effettuati con variazione d’intensità possono adattarsi a diverse esigenze. Chiunque può dunque cimentarsi nell’acqua e sforzarsi fin ch vuole, scegliere gli stili preferiti e la velocità che meglio riesce a sostenere.

Stile Delfino

Diamo giusto qualche accenno suoi movimenti per capire di cosa stiamo parlando.  I movimenti che compongono la nuotata a stile delfino possono risultare più faticosi ad un primo approccio. Il corpo è posto con la pancia verso il basso. Le gambe vengono battute all’unisono, con una contrazione che coinvolge ad onda gambe bacino e tronco. Contemporaneamente si coordina la bracciata. Anche le braccia si muovono tutte e due assieme, roteando fino ad uscire dall’acqua e permettendo alla testa d’alzarsi per respirare. Questo stile coinvolge evidentemente arti superiori ed inferiori, la sua buona riuscita dipende da un raggiungimento della coordinazione armonica dei movimenti. È facile che questo stile sia confuso con quello a delfino, giacché persino a livello agonistico, sono simili. La differenza risiede nella gambata, nel caso della farfalla più vicina allo stile a rana (del quale parleremo in seguito).

Lo stile delfino, come lo stile farfalla, sviluppa molto la forza fisica e mira a scolpire la muscolatura. In particolar modo coinvolge gli addominali, ma riguarda anche le spalle, il petto e le braccia.

È sconsigliabile approcciarsi a questo stile per primo, rispetto a tutti gli altri. Un soggetto alle prime armi, che mai ha nuotato, difficilmente trova la forza necessaria a fare più vasche a delfino.

Stile Dorso

Come il nome stesso suggerisce, lo stile a dorso procede con il capo rivolto verso l’alto. È l’unico stile natatorio che non permette all’atleta di guardare la sponda della piscina verso la quale deve recarsi (ma è comunque aiutato, generalmente, da strisce segnaletiche apposte sul soffitto della struttura, o dalla colorazione che varia dei galleggianti di corsia. Ogni nuotatore assume poi dimestichezza con la piscina, riuscendo comunque a trovare punti di riferimento, ma non mancano momenti di distrazione che hanno come conseguenza bracciate che finiscono sul bordo della piscina).

Il movimento del dorso è un po’ come un rovesciamento dello stile libero, orientato con la pancia verso l’alto. Dalla posizione supina, le braccia vengono poste oltre la testa, circolando una alla volta seguendo la rotazione dei polsi con i palmi che tentano di prendere l’acqua (formando una specie di paletta con le mani) e generando uno spostamento. Allo stesso tempo le gambe si muovono alternatamente, muovendo un piede alla volta quasi a pelo d’acqua. I piedi si muovono uno in senso ascendente, l’altro discendente, alternandosi in pochi secondi. Le gambe sono quasi completamente distese, le ginocchia si curvano molto poco, giusto per accompagnare il movimento. È uno stile molto rilassante che però non è certo privo di conseguenze positive sull’organismo. Il movimento delle gambe arriva a tonificare i glutei ed allo stesso tempo i muscoli della schiena. Questo lo rende ideale per chi soffre di dolori lombari ed alla colonna vertebrale, in tal senso è spesso consigliato dai dottori.

Ma oltre alla schiena, lo stile dorso coinvolge addominali e pettorali.

Stile Rana

Lo stile rana è ispirato dai movimenti compiuti dall’omonimo animale. Infatti, proprio come una rana, il nuotatore si pone con la pancia all’ingiù rispetto all’acqua e con le braccia distese in avanti che si arcano parallelamente fino a formare una specie di cuore, richiudendosi poi (e tornando alla posizione semi-distesa iniziale).

Allo stesso tempo le gambe s’inarcano, ed i piedi si piegano come a spingere il corpo nell’acqua. Analogamente alle braccia, dopo la massima estensione, le gambe spingono e si ricongiungono.

I movimenti di braccia e gambe, particolarmente ampi, vanno fatti in modo armonico e coordinato. Quando le braccia, dopo l’apertura, di richiudono avvicinandosi al petto è il momento della respirazione. La testa si alza d’un po’ rispetto all’acqua per guadagnare fiato.

Lo stile rana praticato dai professionisti ha eccellenti capacità propulsive. Col tempo, con l’esercizio, lo sviluppo muscolare e le conoscenze tecniche, i nuotatori riescono a sfruttare al meglio i movimenti dello stile a rana, riuscendo a concludere in pochissimo tempo la traversata della vasca. A livello principiante capita spesso che bracciate e movimenti delle gambe, risultino scoordinati. In questo modo non si sfrutta al meglio la capacità di moto che lo stile a rana garantirebbe se correttamente effettuato. Per evitare che i movimenti scoordinati abbiano addirittura conseguenze spiacevoli sui corpi in formazione dei bambini, ai soggetti in età evolutiva si fa effettuare il nuoto a rana in modi particolari. La differenza sta nella profondità della bracciata, che resta a pelo d’acqua per i principianti e molto più ampia per i professionisti ed in altre quisquiglie tecniche sulla quale non occorre soffermarci dettagliatamente in questa sede.

Pensiamo piuttosto ai muscoli coinvolti positivamente in questo tipo di stile. Chi soffre di dolori lombari (o al collo) dovrebbe in linea di massima astenersi dallo stile a rana, perché esso coinvolge proprio la schiena. Allo stesso modo i suoi movimenti sono sconsigliati per le donne in cinta. È invece lo stile natatorio ideale per coloro i quali abbiano interesse a rassodare l’interno coscia.

Il movimento a rana tonifica inoltre le braccia e riguarda i pettorali.

Stile Libero

Il nome dello stile libero nasce in italiano da un errore comune. Può sembrare strano, ma in realtà quello che tutti identificano come stile libero sarebbe in realtà da denominare più propriamente Crawl. Forse la cacofonia del termine e la sua difficile assimilazione nell’italiano, ha fatto sì che venisse soppiantato dalla nominazione stile libero che in realtà fa riferimento ad una pratica da gara che consente al nuotatore di scegliere alternativamente lo stile che preferisce (ecco appunto perché chiamarlo “libero”).

Quindi possiamo concludere che se descriviamo in Italiano lo stile libero in realtà stiamo parlando del cosiddetto Crawl.

Lo stile libero (Crawl) è lo stile praticamente più propulsivo e veloce. È il primo che s’apprende ed un po’ chiunque sappia nuotare, anche senza grossi esercizi, riesce “alla buona” a praticarlo. Il fatto che consista nello stile più veloce e quindi meno stancante per percorrere nel minor tempo una stessa distanza, lo ha reso il preferito da utilizzare quando si può scegliere (ecco un altro motivo per la usa identificazione con lo stile libero).

Il nuotatore si pone a pancia in giù, muovendo una alla volta le braccia inarcandole e respirando lateralmente, mentre le gambe si muovono in su e giù con ripetizione veloce. È stile che coinvolge soprattutto braccia e spalle ma che, se praticato con le pinne, riesce a tonificare particolarmente gambe e glutei.

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