Cordone ombelicale: donazione o conservazione?

Cordone ombelicale: donazione o conservazione?

È possibile conservare privatamente le cellule staminali cordonali affidandosi ad una biobanca privata oppure optare per la donazione, che prevede la conservazione del campione prelevato al momento della nascita in strutture pubbliche.

Donare le staminali

Donare significa infatti consegnare al sistema sanitario pubblico il campione di cellule staminali prelevato, che sarà messo a disposizione della collettività e impiegato in trapianti allogenici qualora un paziente compatibile ne faccia richiesta. La famiglia del donatore perde in questo caso la proprietà del campione. Le disposizioni del Ministero della Salute1 prevedono una eccezione a questo sistema quando venga accertato il rischio che il nascituro possa presentare patologie “geneticamente determinate”: solo in questo caso la famiglia ha la facoltà di conservare le cellule staminali del cordone ombelicale per uso autologo (conservazione dedicata).

In Italia ad oggi sono presenti 19 banche pubbliche per la conservazione delle cellule staminali: si tratta del 10% del totale mondiale. Nonostante questo, i dati sul numero di campioni conservati riportano cifre piuttosto basse: nel 2011 sono infatti stati conservati 2452 campioni su un totale di 22166 unità di sangue cordonale prelevate2. Cifre basse, soprattutto se rapportate al numero totale di nascite: 550 mila3.

Conservazione privata delle staminali

In alternativa alla donazione e al sistema pubblico è possibile scegliere la conservazione privata: in questo caso il campione di staminali cordonali prelevato resta di proprietà della famiglia, che ne può disporre in caso di necessità di trapianti autologhi (in cui le staminali vengono infuse nel medesimo soggetto dal quale sono state prelevate) o allogenici intra familiari (in cui le staminali vengono infuse in un soggetto terzo appartenente alla famiglia del donatore). In quest’ultimo caso è bene sapere che più stretta è la parentela e maggiore sarà la compatibilità, con percentuali che arrivano al 50% per i genitori del donatore e al 25% per fratelli o sorelle.

La letteratura medica registra numerosi casi di risultati positivi ottenuti in seguito a infusione di cellule staminali conservate privatamente. È il caso di Jan4, cinque anni, affetto da anemia aplastica, che dopo un intervento di infusione di cellule staminali prelevate da cordone ombelicale del fratellino ha recuperato uno stile di vita pressoché normale. È il caso, ancora, di una bambina5 affetta da leucemia che dopo l’intervento ha ripreso una vita normale, e che oggi illumina le giornate di mamma e papà con i suoi ottimi voti a scuola.

La conservazione privata e la donazione pubblica sono insomma due strade meritevoli. Due alternative che spesso si propongono l’una in competizione con l’altra ma che invece dovrebbero lavorare nella comune direzione di aumentare il numero di campioni conservati e di evitare quindi lo spreco di un patrimonio biologico così prezioso, migliorando ogni giorno l’efficienza di entrambi i servizi, a tutto vantaggio delle famiglie.

Per maggiori informazioni: http://www.sorgente.com/

Note

  • 1 Decreto Ministeriale 18 novembre 2009 “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo-dedicato”.
  • 2 Report 2011 riportato dal CNS.
  • 3 Dati Istat.
  • 4 Documento
  • 5 Documento
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