Nel termine “intolleranza ortostatica” si ricomprende una serie di disturbi diversi, che si manifestano in modo differente l’uno dall’altro, ma che riguardano tutti la postura del corpo. I disturbi si presentano quando si è costretti a stare in piedi per lungo tempo o quando si mantiene la posizione eretta per molte ore. Anche fare la fila all’ufficio postale può diventare un problema serio per chi soffre di tale disturbo. E’ come se il corpo rifiutasse tali posizioni e scatenasse una reazione “allergica” che può provocare tachicardia, sensazione di svenimento, vista annebbiata, tremori, nausea. Secondo gli ultimi dati, attualmente ben il 20% degli italiani soffre di intolleranza ortostatica, ma la maggior parte di questi forse non se ne rende conto. Il disturbo è diffuso soprattutto tra gli anziani e gli adolescenti, che spesso descrivono questo disturbo come un malessere o un mancamento che si avverte quando si sta molto tempo in piedi o quando ci si alza dopo essere stati seduti a lungo. In pratica, il problema è provocato da una sorta di “compensazione “dell’organismo: quando la persona si alza, la pressione del sangue si abbassa e quindi diminuisce anche l’ossigeno che arriva al cervello. L’intolleranza ortostatica può manifestarsi in forma lieve e passeggera, oppure ripetersi in modo serio, associata o meno ad altre malattie del sistema nervoso. Nelle forme più lievi questo disturbo può essere associato ad un banale e momentaneo calo di pressione. Nei giovani è diffusa la “sindrome di Pots”, una forma cronica di intolleranza ortostatica che si manifesta con accelerazione dei battiti cardiaci (anche fino a 120 battiti al minuto), che tornano alla normalità quando ci si sdraia.
Le cause dell’intolleranza ortostatica
Nei giovani le forme lievi di tale intolleranza possono essere causate da un’alimentazione carente di zuccheri, che non fornisce all’organismo le dosi di energia giuste per affrontare la vita di ogni giorno. L’ansia e la sedentarietà sono altri due fattori di rischio, soprattutto per le persone giovani. L’ipotensione ortostatica, invece, è un disturbo specifico e serio che è causata da una serie di fattori: abuso di farmaci ipertensivi (diuretici), diabete, malattie neurologiche (morbo di Parkinson, atrofia multi sistemica). Questa forma riguarda soprattutto i diabetici e gli anziani. Per individuare le cause dell’intolleranza ortostatica è indispensabile una diagnosi approfondita e corretta. Dopo una visita generale, si procede con gli esami del sangue e la misurazione della pressione. Infine si effettua l’elettrocardiogramma, sia a riposo che sotto sforzo. Un esame specifico che serve ad individuare la presenza o meno del disturbo è il “tilt test”: la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa vengono misurate mentre il soggetto è sdraiato su un lettino basculante, che viene poi inclinato a 60 gradi per 45 minuti. Dopo di che si può valutare come la persona reagisce ai vari cambiamenti di posizione.
La cura per l’intolleranza ortostatica
Le cure classiche per tale disturbo vanno ad agire sugli effetti, ma non sono in grado di rimuovere le cause. Di recente è stata introdotta una nuova cura, che gli specialisti ritengono molto valida. Si tratta di un medicinale a base di piridostigmina, che agisce direttamente sul funzionamento del sistema nervoso periferico. Al momento questa cura è stata introdotta soltanto dal Policlinico “San Donato” di Milano, dopo essere stata sperimentata per anni a livello mondiale.
buongiorno mi trovo con una pressione sanguigna normale quando sono coricato e alta quando sono seduto o in posizione verticale. esempio in questo momento mi trovo a 2000 metri dal livello del mare e mi ritrovo con dei valori alti 170 110 coricato 130 80. questo mi succede spesso quando sono in viaggio verso destinazioni dove superano i 1000 metri. comunque gli sbalzi ci sono anche quando sono vicino al mare ma con proporzioni diverse. prendo lercapidina e sequacor al mare 1-1 in montagna 2-2