Ecco allora di che cosa stiamo parlando: che cosa sono i Bitcoin, come funzionano e come utilizzarli.
I Bitcoin altro non sono che monete virtuali. Non sono soggette a controlli bancari e possono essere usate per acquistare diversi oggetti.
Si tratta ancora di una novità in questo campo, che si è fatta strada un po’ a partire dalla crisi economica, un un po’ dall’esigenza di farsi pubblicità ai tempi di Internet.
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Cosa sono i Bitcoin e come usarli
Molti ne parlano già da un po’ ma non tutti hanno capito esattamente che cosa sono i Bitcoin.
E allora partiamo dalla definizione: i Bitcoin sono monete virtuali che si possono utilizzare per acquistare oggetti e prodotti veri, come cibo o automobili.
Nascono nel 2009, dall’idea di Satoshi Nakamoto, e sono regolati dal protocollo peer-to-peer. Il valore di questa valuta è variabile nel tempo;, per esempio, nel 2012 un Bitcoin valeva 2 dollari, mentre oggi il suo valore ha superato i 400 dollari.
Ogni moneta Bitcoin è obbligatoriamente tracciata e porta il nome del suo proprietario.
Così, chi possiede dei Bitcoin potrà spenderli una volta soltanto, senza incorrere in truffe e raggiri.
Ad oggi non esiste alcuna legge che vieti questa moneta, anche perché sul il tipo di circuito su cui si regge il sistema è impossibile operare controlli o regolamentazione.
Chi uitlizza Bitcoin si garantisce l’anonimato, ma solo in parte. Questo perché le transazioni operate con i Bitcoin sono pubbliche, vengono conservate e sono tracciate dal database che conserva tutti i dati, come spiega il sito ufficiale.
Le attività e i movimenti di chi possiede Bitcoin sono consultabili da tutti e per tutti, proprio per il fatto che ogni moneta è tracciata. Quello che invece rimane anonimo è il nome del titolare di Bitcoin, a meno che la persona stessa non voglia rivelare la sua identità durante una transazione.
Come usare i Bitcoin
Per utilizzare questo tipo di denaro bisogna accedere al sito ufficiale e creare un wallett, un portafoglio virtuale che servirà per conservare il denaro.
A ogni cliente viene consegnato un codice di 34 lettere e numeri, da conservare con attenzione: se perdete il codice perderete anche i Bitcoin associati. A ognil wallet, possono essere associati uno o indirizzi Bitcoin.
Fatto questo dovrete procurarvi i Bitcoin. Per ottenere le monete dovrete unirvi a un pool, il consorzio all’interno del quale ogni persona rinuncia a una parte di risorse contenute nel proprio pc perché vengano eseguiti dei calcoli complessi e crittografati
Per associarsi al pool bisogna creare un account personale e scaricare un programma in Java. Una volta scaricato, il computer accetterà le risorse di calcolo messe a disposizione del gruppo.
Ogni volta che il pool riesce a trovare la soluzione della crittografia, riceve direttamente dal sistema un pacchetto di Bitcoin.
Le monete virtuali si bipartiscono poi tra tutti i membri e sempre in base al contributo apportato da ognuno.
Aspetti etici ed economici
Anche se l’argomento è dibattuto già da un po’, Bitcoin sono ancora una novità. Intorno all’argomento, però, continuano i dibattiti economici ed etici.
Al momento l’opinione pubblica è spaccata a metà; c’è chi sarebbe a favore di un sistema come questo e chi, invece, è completamente contrario.
Ma vediamo più da vicino quali sono le argomentazioni portate a sostegno delle due tesi.
I favorevoli
Tra i sostenitori del sistema Bitcoin si sottolinea come il sistema finanziario mondiale abbia diverse falle. Un esempio? Le diverse crisi economiche a cui il mondo ha assistito negli ultimi anni.
Seguendo questo tipo di ragionamento verrebbe da pensare che alcune persone guardino ai Bitcoin come a una valida alternativa, che potrebbe risolvere il problema della creazione delle monete.
Del resto, i soldi che usiamo tutti i giorni, le banconote, hanno un valore deciso in seguito a un accordo tra chi emette la moneta e chi la usa; entrambe le parti stabiliscono che quella o questa banconota ha un preciso valore.
L’unico istituto che può stampare moneta è la BCE, la Banca Centrale dell’Unione Europea, formata da un’associazione di banche centrali provenienti da ogni nazione membro, come Banca d’Italia per l’Italia.
Le banche, però, non sono pubbliche, non sono di proprietà dello Stato e quando uno stato d’Europa ha bisogno di soldi deve chiederlo per forza di cose alla BCE, promettendo di restituirlo.In altre parole la BCE acquista il debito di uno Stato e in cambio gli eroga del denaro.
Se lo Stato in questione non è in grado di sanare il suo debito, questo aumento di anno in anno. Ed è qui che si inserisce l’argomentazione di chi è a favore del sistema Bitcoin.
I Bitcoin non farebbero parte di questo tipo di logica: il principio è che la moneta appartiene allo Stato. Il denaro sarebbe sempre disponibile e i cittadini potrebbero disporre del loro denaro come e quando vogliono.
Un’altra argomentazione utilizzata a favore di questo sistema è la quantità massima di denaro che è possibile generare con i Bitcoin, pari a 21 milioni. Questo significa, in altri termini, che oltre questa soglia non si potrebbe più generare denaro. Il rischio di inflazione, quindi, si annullerebbe.
Le ragioni del no ai Bitcoin
Non tutti la pensano così e una parte dell’opinione pubblica è completamente contraria a questo tipo di sistema e all’utilizzo dei Bitcoin. La prima argomentazione portata dal gruppo dei “no” è che i Bitcoin possono diventare facilmente moneta di chi effettua commercio illegale on line.
Ogni transazione, di fatto, non è attribuibile a una persona fisica, ma solo all’indirizzo Bitcoin e questa situazione viene ulteriormente aggravata dal fatto che, come abbiamo detto prima, non esiste una regolamentazione in materia.
Manca poi una vera e propria struttura legislativa che possa regolare questo genere di pratica e questo è un valido motivo di preoccupazione se pensiamo a eventuali traffici illeciti che potrebbero essere veicolati da questo sistema di pagamento.
Chi si definisce contrario ai Bitcoin, quindi, teme fortemente che se questo metodo di pagamento si diffondesse con un certo successo nel mondo virtuale, aumenterebbe anche il pericolo che si venga a creare una sorta di caos finanziario, che farebbe gioco ai criminali e a chi si dedica al traffico illecito on line.
Reale valore
A tutte queste motivazioni si aggiunge anche il fatto che, qualora una parte il rischio di inflazione fosse realmente ridotto a zero, dall’altra parte non si potrebbe certo contare su una moneta stabile, dal momento che il valore di Bitcoin può variare nel tempo e anche sensibilemente.
Questo è quello che, per il momento, è necessario conoscere sul mondo dei Bitcoin. La partita è ancora aperta e nessun può prevedere quali saranno i reali sviluppi.
Per il momento abbiamo una sola certezza: è ancora troppo presto per fare qualsiasi tipo di valutazione e per pensare con cognizione di causa a una moneta che si possa allontanare a tutti gli effetti da quello che oggi è il sistema ufficiale.
La discussione, insomma, è aperta e lo sarà ancora per molto tempo.
Nel frattempo, quello che conta davvero è essere sempre informati, anche in un campo tecnico e piuttosto delicato come la finanzia, terreno inesplorato per chi non è pratico della materia e non è del settore.
Le sue logiche possono risultare inizialmente difficili da comprendere, ma farlo è l’unica soluzione poter elaborare un pensiero personale.