Il burro di karité proviene da una pianta africana, dal nome scientifico Butyrospermum parkii, che appartiene alla famiglia delle Sapotaceae. Cresce nelle regioni centrali dell’Africa, quelle cioè vicine alla fascia equatoriale (Sudan, Senegal, Camerun, Repubblica del Congo, Niger, etc). Si presenta coma una maestosa pianta alta e dal largo fusto, simile alle nostre querce.
Cresce spontaneamente e raggiunge un’altezza pari fino a dieci metri, ha una folta chioma di un verde intenso, caratterizzata da foglie allungate che crescono raggruppandosi alle estremità dei rami e che all’inizio della loro vita sono rossastre e col passare del tempo assumo il caratteristico colore verde.
La fioritura avviene tra dicembre e marzo e dona dei profumatissimi fiori verdi con sfumature gialle. I frutti sono tondi e marroni e racchiudono dei semi simili a delle noci, e proprio da questi noccioli si ricava il famoso burro di karité.
Se oggi anche chi non vive in Africa conosce il karité è grazie ad un esploratore scozzese, Mungo Park, che nel 1700 trovandosi in Niger apprese dagli indigeni del posto la ricchezza di questa pianta, di cui essi facevano un largo uso e che proprio per questo rispettavano oltremodo.
Il rispetto degli africani per le piante di karité si è purtroppo scontrato negli ultimi anni con gli interessi economici che orbitano attorno ad esse, tanto da far rientrare il karité tra le specie vegetali minacciate da un eccessivo sfruttamento a scopi economici.
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Che cos’è il burro di karité
La sostanza che si estrae dai semi di karité è chiamata burro per via della sua consistenza semidura ma setosa; quando è allo stato grezzo basta un po’ di calore, esercitando ad esempio un lieve sfregamento tra i palmi delle mani o sul corpo, affinché il burro si ammorbidisca e si sciolga, trasferendosi sulle parti interessate.
Recandoci in erboristeria e chiedendo del burro di karité 100% naturale, ci verrà dato un panetto solido di colore giallastro o bianco panna, e ci verrà detto che esso può essere usato già in quella forma oppure essere impiegato come ingrediente base per cosmetici naturali fatti in casa.
Per assumere quell’aspetto, però, il burro ha dovuto subire una certa lavorazione artigianale, che solo le sapienti mani della donne africane possono eseguire.
I frutti di karité vengono sgusciati e le noci o semi vengono fatte tostare a fuoco lento per circa 45 minuti, mescolando di continuo affinché non si brucino; una volta tostati, i semi vanno lavati e sbattuti a mani nude per eliminare le impurità e lasciare solo il seme puro. L’operazione di lavaggio va ripetuta più volte se dall’impasto marroncino iniziale, meno puro, si vuole ottenere un burro chiaro e meno grezzo.
Usi e benefici
Gli africani chiamano gli alberi di karité ‘alberi della giovinezza’. Questo già fa capire quali siano le proprietà dei frutti di questa pianta. Il burro di karité viene usato a scopo alimentare (come condimento, ma quasi esclusivamente in Africa), a scopo fitoterapico e soprattutto come cosmetico.
I benefici del burro di karité sono di carattere:
- Idratante
- Emolliente e lenitivo
- Antiossidante
- Filtrante/protettivo rispetto ai raggi solari
Burro di karité e cosmesi
È per tali proprietà che il burro di karité è presente in moltissimi cosmetici e prodotti per la cura della persona. Il burro di karité è curativo rispetto a piccoli problemi di salute quali reumatismi, bruciature, eritemi solari e irritazioni della pelle: spalmato e massaggiato sulle parti colpite, esso riesce, infatti, a stimolare la microcircolazione e ad accelerare l’ossigenazione dei tessuti danneggiati.
L’applicazione nella cosmesi è vastissima: creme corpo, creme viso, balsami per capelli, oli da massaggi, protezioni solari. Grazie all’alta presenza di sostanze insaponificabili, ovvero sostanze grasse non soggette a scissione idrolitica che contribuiscono alla formazione del collagene e dell’elastina, il burro di karité risulta realmente nutriente per la cute.
Le creme corpo a base di burro di karité possono essere usate per idratare la pelle e renderla più elastica, prevenendo la formazione di smagliature (specie se si segue una dieta dimagrante o nel caso di donne in dolce attesa) e di rughe (nel caso di creme per il viso).
Esso protegge, inoltre, dai raggi solari, dal vento e dalla salsedine, tanto da essere usato sia in prodotti solari che in creme viso o mani specifiche per l’inverno.