Tutto quello che c’è da sapere sul licenziamento

Cosa possiamo fare quando riceviamo la notizia di un licenziamento?

Qual è il modo migliore per sopravvivere?

Per prima cosa è bene controllare che vengano rispettati i nostri diritti di lavoratori e ci venga riconosciuto quanto ci spetta.

La disoccupazione è un problema attuale e senza dubbio perdere il proprio lavoro è una situazione difficile, soprattutto quando il tutto accade velocemente e senza essere in alcun modo pronti ad affrontare il problema.

Il numero di disoccupati in Italia e nel mondo cresce purtroppo ogni giorno e in un periodo così difficile fatto di crisi e di un economia negativa,  l’eventuale perdita del proprio posto di lavoro, può diventare un problema grave che sempre più persone si trovano ad affrontare senza sapere come.

Le difficoltà che derivano dalla perdita del proprio lavoro sono oltre che economiche anche psicologiche.

Molto spesso i risparmi accumulati non sono sufficienti ad affrontare un momento così difficile e le spese sono quasi sempre più di quante dovrebbero essere e così in un attimo ci si ritrova senza alcuna entrata, senza un lavoro e senza la speranza che le cose migliorino.

Perdere il proprio lavoro è un processo doloroso, che bisogna affrontare con estrema forza e fermezza. La sensazione di fallimento che in un primo momento prende piede deve essere combattuta in ogni modo, cercando di vedere le cose in modo positivo senza colpevolizzarsi.

La situazione deve essere affrontata come un momento di cambiamento per andare avanti e cercare un lavoro migliore.

Come affrontare il licenziamento

E’ fondamentale riconoscere che si tratta di una situazione temporanea. Ricordate che non rimarrete senza lavoro per sempre e che la situazione migliorerà molto presto.

Se non riuscite a convincervi che le cose andranno meglio utilizzate dei messaggi sublimali:

  • Alla fine del tunnel ci sarà la luce
  • Sono in grado di trovare un altro lavoro
  • Troverò un lavoro migliore
  • Avrò nuove opportunità lungo il mio cammino

I messaggi subliminali che noi stessi ci forniamo possono migliorare il vostro modo di pensare e affrontare la situazione. Riuscirete a scoprire che avete ancora fiducia in voi stessi e che avete la forza per smuovere le cose.

Iniziate la ricerca del lavoro

Non aspettate che la depressione e la tristezza abbiano la meglio. Nel momento esatto in cui perdete il vostro lavoro, cominciate a guardare altrove.

Utilizzate tutti i mezzi possibili per trovare un altro lavoro: internet, annunci sui giornali, il passa parola. Tutto vi sarà utile per creare nuove possibilità.

Scoprite opportunità uniche

Approfittate di questo momento per far fruttare il vostro talento. La vostra bravura può trasformarsi in qualche soldo in più per voi. Per esempio se siete bravi come cuochi, giardinieri potete cercare qualche lavoretto saltuario per arrotondare.

Organizzate una vendita delle cose che non utilizzate più, avrete un entrata che vi farà comodo.

Migliorate le vostre capacità 

Potreste anche decidere di usare questo periodo per migliorare le vostre capacità. In questo modo, quando sarete pronti per cercare un altro lavoro, potrete puntare a una posizione migliore e presentarvi in modo più interessante alle compagnie che vi interessano.

Alcuni comuni offrono corsi gratuiti per chi non lavora. Potrete anche optare per i corsi online per limitare la spesa.

Cercate supporto negli altri

L’ultima cosa di cui avete bisogno in un momento simile è senza dubbio sentirvi soli nell’affrontare una situazione tanto difficile. Cercate aiuto e supporto da parte delle persone che vi amano, soprattutto da parte della vostra famiglia e dei vostri amici.

Permettete a chi vi ama di rendervi più felici e allegri anche se siete alla ricerca di un nuovo lavoro. La tristezza e la solitudine che questo problema può causare possono essere combattute circondandovi dell’amore di chi vi vuole bene.

Possiamo concludere dicendo che anche se la situazione è difficile e le cronache ci pongono davanti a situazioni sconcertanti di persone che si arrendono di fronte a questo grave problema, l’unico consiglio è quello di “non mollare!”.

Inoltre, sappiate che lo stato prevede un sostanziale aiuto per determinate situazioni post licenziamento, chiamato “cassa integrazione”

Che cos’è la cassa integrazione guadagni?

La cassa integrazione consiste in un procedimento effettuato dallo Stato nei confronti di un’impresa per assicurare al dipendente la retribuzione che gli spetta.

Le cause devono essere non imputabili all’azienda e tanto meno ai lavoratori, quindi nasce da situazioni esterne, come per esempio un’eventuale crisi di mercato.

La cassa integrazione garantisce lo stipendio al lavoratore in situazioni in cui degli eventi aziendali possono diminuire il reddito del lavoratore o addirittura negarlo.

Consistono in una forma di aiuto al sistema economico, alle aziende e anche ai lavoratori.

La cassa integrazione guadagni consiste in un ammortizzatore sociale, per mezzo del quale il lavoratore viene sospeso o lavora con un orario ridotto per sopperire alla diminuzione dell’attività di produzione, dovuta a vari fattori. Il dipendente percepisce un integrazione allo stipendio, da qui il nome di integrazione salariale.

L’integrazione salariale corrisponde all’ 80% dello stipendio normale e viene erogata dall’Inps. Il soggetto percepirà non solo la parte spettante dal lavoro parziale, ma anche tutto ciò che normalmente viene erogato al lavoratore: scatti di anzianità, contributi lavorativi; assegni familiari e Tfr.

Esistono due differenti tipologie di cassa integrazione e sono: la cassa integrazione ordinaria e la cassa integrazione straordinaria.

Cassa integrazione ordinaria

Nella cassa integrazione ordinaria o integrazione salariale ordinaria, il dipendente percepisce l’ 80% della retribuzione che normalmente gli spetta, questo importo viene calcolato sulle ore di lavoro che non vengono prestate.

Ha una durata di 13 settimane, che possono essere prorogate fino a dodici mesi, che in alcune regioni e province arriva anche a 24 mesi. Si verifica quando vi sono delle sospensioni o delle riduzioni dell’attività che avvengono per eventi indipendenti dall’azienda o dai lavoratori, come per eventuali crisi di mercato.

L’integrazione salariale non viene concessa a coloro che svolgono una qualsiasi attività che prevede retribuzione, a meno che non lo comunichino all’Inps. La comunicazione, comporta una sospensione delle cassa integrazione pari alla durata dell’attività in questione.

Cassa integrazione straordinaria

La cassa integrazione straordinaria o integrazione salariale straordinaria, viene concessa quando viene fatta una ristrutturazione o una riorganizzazione dell’azienda, e anche in caso di fallimento o di liquidazione coatta amministrativa e altre situazioni che colpiscono l’azienda.

I beneficiari di questo tipo di cassa integrazione sono: operai, intermedi, impiegati e quadri. Non sono inclusi i dipendenti con contratto di formazione, o gli apprendisti. Ha una durata di 12 mesi se vi è una situazione di crisi dell’azienda, 18 mesi per le procedure di tipo esecutivo, 24 mesi in caso di riorganizzazione aziendale.

A chi spetta la cassa integrazione?

Per determinare chi sono i soggetti che possono beneficiare della cassa integrazione, bisogna innanzitutto distinguere la tipologia di azienda e la tipologia di integrazione guadagni.

La cassa integrazione ordinaria  spetta ai seguenti settori e tipologie di industrie:

  • imprese industriali
  • cooperative di produzione
  •  industriali e artigiane edilizie 
  • settore agricolo

I beneficiari saranno:

  • operai
  • intermedi e equiparati
  • impiegati
  • quadri
  • soci di cooperative di produzione e lavoro
  • lavoratori con contratto di formazione
  • operati stagionali
  • apprendisti che hanno un rapporto di lavoro divenuto a tempo indeterminato.

La cassa integrazione straordinaria spetta ai seguenti settori e industrie:

  • settore industriale
  • settore edile
  • commercio
  • turismo
  • spedizione e trasporto
Le imprese industriali e artigiane, di vigilanza, le imprese appaltatrici di servizi di pulizia, e le cooperative, che operano in imprese in crisi che hanno nei sei mesi prima della domanda di cassa integrazione occupato almeno 15 lavoratori; le aziende del Commercio, di turismo, di spedizioni e trasporto che hanno più di 50 dipendenti.
I beneficiari saranno:
  • operai 
  • intermedi
  • impiegati
  • quadri

Si può lavorare durante la cassa integrazione?

La cassa integrazione è una sospensione del lavoro che purtroppo interessa molte persone in questi ultimi anni. Non molti sanno che in realtà questa condizione non proibisce totalmente lo svolgimento di un altro lavoro, autonomo o subordinato.

Per capire se è possibile svolgere un’altra attività lavorativa mentre si usufruisce della cassa integrazione, è bene conoscere la legge e il caso specifico. 

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È possibile svolgere un secondo lavoro senza perdere il diritto alla cassa integrazione.

Esistono situazioni differenti che possono prevedere una temporanea sospensione dell’integrazione al salario, altre che considerano una sospensione totale, ma esistono anche delle possibilità alternative che permettono lo svolgimento di un’attività che si somma alla integrazione del salario.

La cassa integrazione si distingue in:

  • Ordinaria – CIGO
  • Straordinaria – CIGS

La cassa integrazione ha un limite massimo di 52 settimane e corrisponde a l’ ottanta per cento della retribuzione normale che spetterebbe al lavoratore.

Come lavorare durante la cassa integrazione

Nel caso decidiate di svolgere un’attività durante la cassa integrazione dovrete considerare alcuni punti fondamentali: comunicate con anticipo all’INPS e all’azienda dalla quale percepite la cassa integrazione, la vostra volontà di dare inizio a un’attività lavorativa.

Questa comunicazione è fondamentale perché in caso di omissione rischierete di perdere la cassa integrazione.  La comunicazione deve essere documentabile, quindi in via cartacea e inviata con raccomandata con ricevuta di ritorno.

L’attività svolta durante la cassa integrazione deve essere temporale o a tempo determinato.

Nel caso scegliate un lavoro a tempo indeterminato immediatamente dopo il periodo di prova considerato obbligatorio la cassa integrazione cessa.

Nel caso il periodo di prova non sia superato, potrete tornare ad avere cassa integrazione. Qualunque sia l’attività lavorativa, durante il suo svolgimento l’integrazione salariale sarà sospesa.

Lavorare part time durante la cassa integrazione

È possibile anche cumulare il reddito del lavoro a l’integrazione salariale, rispettando però i limiti del massimale di riferimento.

Per quanto riguarda l’aspetto economico, il lavoratore non ha in realtà nessun beneficio eccetto che il reddito che è prodotto, non risulti inferiore ai massimali.

Inoltre l’orario dell’attività lavorativa da cumulare al reddito dell’integrazione del salario non deve coincidere con quello del lavoro dal quale siete stati sospesi.

Riassumendo nel caso in cui il vostro lavoro presso l’azienda, che vi ha messo in cassa integrazione era un lavoro part time solo la mattina, potrete trovare un nuovo lavoro con un’altra azienda lavorando soltanto la sera e non perdendo in questo modo la cassa integrazione.

Lavoro occasionale durante la cassa integrazione

Se non si supera il limite di 3000 euro annuali, il lavoro occasionale o prestazione occasionale è compatibile con la Cassa Integrazione.

Il datore di lavoro potrà quindi usufruire di prestazioni occasionali rispettando la legge e il lavoratore potrà integrare i suoi guadagni mantenendo il suo diritto a l’accantonamento previdenziale Inps e la copertura assicurativa presso l’Inail.

Licenziamento volontario

Il licenziamento però non sempre è una azione subita. Anzi, a volte licenziarsi potrebbe essere un sollievo per chi non ama il proprio lavoro, oppure essere una scelta forzata derivante da vari motivi.

Qualunque sia la motivazione che vi spinge ad abbandonare volontariamente il vostro posto di lavoro, si tratta di un cambiamento che è bene affrontare nel modo migliore.

Quando licenziarsi

Licenziarsi e affrontare il cambiamento che comporta abbandonare il proprio posto di lavoro non è semplice, ecco perché è necessario seguire una linea ben precisa che vi aiuterà a non creare o aumentare i vostri problemi. 

Prima di prendere questa decisione è opportuno che valutiate attentamente la situazione, cercando di capire se è davvero quello che volete.

Il discorso personale và di pari passo con quello economico, ecco perché dovrete capire se sarete in grado di affrontare le spese senza alcun introito.

Potreste non essere in grado di far fronte a tutte le spese che ogni mese si hanno e in questo caso dovrete prima di abbandonare il vostro posto di lavoro cercarne un altro.

licenziarsi

Prima di comunicare la decisione presa e licenziarsi è opportuno che capiate la data precisa in cui desiderate andare via. Comunicare un licenziamento con troppo anticipo potrebbe tradursi in problemi che è meglio evitare.

Quindi non parlate con nessuno della vostra idea finché non sarete sicuri che si tratta del momento giusto e soprattutto finché non avrete comunicato la vostra intenzione di andare via al vostro capo.

Quando decidete che è arrivato il momento esatto per licenziarvi, dovrete presentare una lettera di licenziamento da inviare a mano o con raccomandata con ricevuta di ritorno.

Ricordate che è previsto un preavviso che solitamente è di 1 mese, anche se molto varia dal contratto e dovrete quindi informatevi precedentemente sui tempi previsti dalla legge.

Licenziamento e liquidazione

Un aspetto fondamentale per un lavoratore che decide di licenziarsi e lasciare il proprio posto di lavoro è la liquidazione.

Anche qui il contratto è fondamentale, ed è bene sapere cosa prevede in questo caso.

Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto), comunemente chiamato liquidazione è l’importo che ogni lavoratore subordinato deve percepire da parte del datore di lavoro quando il rapporto lavorativo cessa. Deve essere erogato qualsiasi sia la causa per cui il rapporto lavorativo termina.

La Riforma del 2005 ha notevolmente cambiato i termini che riguardano il TFR, dove i lavoratori hanno dovuto scegliere tra due opzioni differenti: destinare il proprio TFR a dei fondi pensionistici oppure lasciare l’importo del TFR all’azienda. Informatevi attentamente per capire a quanto corrisponde l’importo che dovrete ricevere e anche quali sono i tempi previsti per avere la vostra liquidazione.

Il consiglio migliore che possiamo darvi è quello di tentare per quanto possibile di lasciare il vostro posto di lavoro a testa alta e in modo pacifico.

Se ve ne state andando avrete sicuramente i vostri motivi, ma dire al vostro capo o ai vostri colleghi cosa pensate davvero, significherebbe scendere a un livello davvero basso.

Avrete sicuramente molto a cui pensare visto il notevole cambiamento e non vale la pena lasciare il lavoro in un clima negativo che potrebbe essere causa di ulteriore stress.

A questo punto avrete quindi lasciato il vostro lavoro e aperto un nuovo capitolo nella vostra vita lavorativa e non solo, dovrete senza dubbio cercarne un altro a meno che non lo abbiate trovato prima di licenziarvi.

Se la vostra situazione economica ve lo permette potreste decidere di prendere una piccola pausa per guardarvi intorno e capire bene cosa desiderate fare.

Nel frattempo aggiornate il vostro curriculum o scrivetene uno completamente nuovo. Cominciate a cercare tra le offerte sia on line che sui giornali.  

Impegnatevi per trovare un posto migliore di quello che avete lasciato, chissà che non siate finalmente fortunati e troviate un ambiente di lavoro perfetto per voi.

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15 commenti su “Tutto quello che c’è da sapere sul licenziamento”

  1. Buona sera, mi permetto di scrivere un commento in quanto sto cercando informazioni utili su questo argomento. Il mio problema è che ho appena iniziato a lavorare in una fabbrica in cui, a parte il lavoro in sè, ho qualche problema di convivenza con le colleghe che sembra facciano di tutto per ostacolarmi e mettermi in cattiva luce con il capo e con chiunque. A margine di questo “dettaglio” la mia perplessità nasce dal fatto che sono insoddisfatta, indolenzita e soprattutto a volte angosciata e non mi va di rovinarmi la salute oltre all’umore!!
    Vorrei sapere come comportarmi, il mio contratto scade a fine settembre ed è partito il 9 maggio. Non ho mai redatto una lettera di dimissioni, c’è un modulo apposito?
    Mi scuso per le domande magari ovvie e scontate…
    Alessandra

  2. Ciao Alessandra, innanzitutto devi leggere bene cosa dice il tuo contratto e capire quali sono i tuoi diritti ma anche i tuoi doveri verso l’azienda. Sicuramente dovrai fornire un preavviso che di solito varia da un mese a due settimane, il che significa che dovrai presentare le tue dimissioni per iscritto. In una lettera di dimissioni è bene inserire i dati della società, luogo e data con una comunicazione di interruzione del vostro rapporto di lavoro, cercando per quanto possibile di specificare i motivi (senza scendere nei particolari). Dovrai poi inserire la tua firma e la lettera di dimissioni verrà presentata in duplice copia, entrambe dovranno essere firmate dal tuo interlocutore. Una copia sarà per te e una resterà al datore di lavoro. On line trovi vari modelli a cui fare riferimento. Spero che queste info ti siano di aiuto e in bocca al lupo allora per il tuo eventuale cambiamento..
    Ilaria

  3. Sono stato assunto in data 13/07/2011 con un contratto a tempo determinato che scadrà il 10/09/2011 presso un azienda alimentare che da lavoro stagionale a molti dipendenti,ho intenzione di licenziarmi mi potreste spiegare come posso fare per non incorrere in sanzioni o altro.
    Ringrazio di cuore chi mi aiuterà.

  4. Giovanni ciao, premettendo che molto dipende dalla tipologia di contratto che hai firmato e dalle clausole relative al licenziamento. Il consiglio che possiamo darti è quello di rivolgerti a un sindacato o un consulente del lavoro. Molto spesso i sindacati in vari Comuni offrono delle consulenze gratuite. Spero riescano a darti dettagli maggiori sul da farsi. In bocca al lupo.

  5. Salve…ho iniziato da poco a lavorare in un’assicurazione.. Ho firmato un foglio che prevedeva un rimborso spese di 600 euro.. ma mi sono resa conto che i costi per rimanere all’interno della stessa,sono maggiori del percepimento.Il primo mese mi è stato pagato,domani concludo il secondo, ma la mia paura è quella che nel giorno dello stipendio il mio datore non mi paghi.(paura fondata in quanto mi è stato riferito che chi è andato via prima dei pagamenti,anche avendo concluso il mese,non è stato pagato!)Ancora devo dare ufficialmente le mie dimissioni… che mi consiglia di fare???
    Grazie in anticipo…

    Ilaria

  6. Buongiorno, premetto che in questo tempo di crisi è paradossale cercar di licenziarsi, ma quando è troppo è troppo, chiedo il vostro aiuto.
    So che se volessi licenziarmi dovrei dare al mio datore di lavoro un preavviso di 20 giorni minimo. Ma se la situazione diventa insostenibile a tal punto da desiderare un licenziamento improvviso per salvare gli utlimi nervi, che sanzioni ci potrebbero essere?
    Grazie per l’attenzione

  7. Ciao Alice,
    spero che tu abbia risolto il problema, magari evitando il licenziamento o trovando un lavoro migliore. In ogni caso è fondamentale conoscere a fondo il proprio contratto e sapere quanto preavviso è necessario dare prima del licenziamento. In alcuni casi rivolgersi al sindacato o a persone esperte che possano suggerirci la scelta migliore è la soluzione migliore.
    Saluti

  8. buongiorno! volevo chiedervi un parere! lavoro da due anni in una ditta di disribuzione di mangime x animali. il rapporto con il mio titolare non e’ buono e ad ogni singolo errore che faccio nella preparazione si ordini (si parla di 3 errori in 800 ordini) mi scrive una lettera di richiamo. mi ha poi detto che non e’ soddisfatto del mio operato e mi mette nelle condizioni di licenziarmi! quanto posso chiedergli come buona uscita!? grazie Marco.

  9. Buonasera,mi chiamo Alessio e lavoro come autista stagionale.Vorrei sapere come posso fare per licenziarmi,visto che questi due ultimi mesi,nn ho ancora visto lo stipendio,ma solo un acconto.Di quanto dovrebbe essere il preavviso!?Il mio contratto scade il 20 ottobre,ma vorrei andarmene via molto prima,anche ora.Mi potreste dare qualche dritta!? Ho un contratto CCnl a tempo determinato. Grazie.

  10. Buongiorno , mi chiamo Mattia e sono dipendente di una pasticceria all’estero da circa 8 mesi, per motivi personali vorrei terminare il contratto di lavoro dando le dimissioni. L’unica paura è che loro non accettino le mie dimissioni non firmando e che se la prendano con me per questa mia scelta. cosa ne pensate?

  11. Buongiorno. Ho presentato le mie dimissioni indicando come ultimo giorno il 10 aprire. Posso mandare una raccomandata anticipando tale data senza gia presentarmi in ufficio il giorno di arrivo della raccomandata? Il ccnl è il multiservizi. Grazie

  12. Salve… Per vari motivi mi vorrei licenziare come devo fare?Sono cameriera add ai piani il mio contratto e di apprendista…mi potrei licenziare con il giorno 2 del iniziò del mese?Senza un preavvisò?che sia un licenziamento imediat?Grazie mille

  13. Lavoro 6 ore e mezzo a settimana e mi è stato offerto un contratto molto più vantaggioso per il quale però devo lasciare immediatamente il primo lavoro senza gli otto giorni di preavviso (che non so se mi son dovuti perchè non raggiungo le 15 ore settimanali) come devo fare? Grazie per le informazioni che vorrete darmi!

  14. Salve,ho un contratto di cinque mesi, che però non ho mai firmato. All’ufficio di collocamento risulto occupato fino a tale data. Ho attacchi di ansia e forte stress. Vorrei licenziarmi, ma non so quanto preavviso devo dare. Cosa posso fare? Grazie mille

  15. B sera io ho avisato il mio datore di lavoro un mese e mezzo fa prima di andare in ferie che mi voglio licenziare sono tornata e li ho detto che nn vengo più a lavorare allora mi ha detto che mi farà un apuntamento e mi chiamerà,e pasata una settimana e mezzo e nn mi ha chiamato ancora nn so cosa pensare se mi potete aiutare e mi deve pagare anche lo stipendio di agosto e le ferie di settembre

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