Agricoltura e Giardino : le domande più interessanti - Risposta Facile https://www.rispostafacile.it/articoli/agricoltura-e-giardino/ Risposte facili alle tue domande Sun, 28 Jan 2024 09:52:30 +0000 it-IT hourly 1 https://www.rispostafacile.it/wp-content/uploads/2022/05/cropped-favicon-32x32.png Agricoltura e Giardino : le domande più interessanti - Risposta Facile https://www.rispostafacile.it/articoli/agricoltura-e-giardino/ 32 32 Come coltivare le piante grasse? https://www.rispostafacile.it/come-coltivare-le-piante-grasse/ https://www.rispostafacile.it/come-coltivare-le-piante-grasse/#respond Thu, 25 Jan 2024 16:17:48 +0000 http://www.rispostafacile.it/?p=24805 Coltivare le piante grasse e vederle crescere sane in casa è un piccolo impegno che regala grandi soddisfazioni. Esse sono infatti:
belle da vedere
non annoiano mai perché sono disponibili in diverse tipologie
famose per essere le piante giuste per chi non ha un pollice verde particolarmente spiccato.
È importante, però, ricordare che anche le piante grasse devono essere accudite in un certo modo. Ecco allora tutto quello che dovete sapere per coltivare le piante grasse in modo perfetto.

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Coltivare le piante grasse e vederle crescere sane in casa è un piccolo impegno che regala grandi soddisfazioni. 

  • Sono belle da vedere.
  • Non annoiano mai perché sono disponibili in diverse tipologie.
  • Sono famose per essere le piante giuste per chi non ha un pollice verde particolarmente spiccato.

È importante, però, ricordare che anche le piante grasse devono essere accudite in un certo modo. Ecco allora tutto quello che dovete sapere per coltivare le piante grasse in modo perfetto.

Le regole base per coltivare le piante grasse

Anche quello più semplice, perché anche quando si tratta della più semplice delle piante, c’è sempre qualcosa da sapere.

Sapevate, per esempio, che anche le piante grasse hanno bisogno di cure specifiche per vivere in salute o rigogliose?

Sì, insomma, rimangono piante dalla bassa manutenzione ma questo non significa che non dobbiamo prendercene cura.

Le piante grasse, dette anche succulente, sono:

  • perfette per arredare la casa con un tocco naturale ed elegante
  • ideali per chi non ha un pollice verde particolarmente spiccato

Ma in ogni caso anche loro hanno bisogno di qualche piccolo accorgimento. E non posso essere lasciate allo stato brado come recitano vari luoghi comuni.

Accorgimenti di coltivazione

Non bisogna fare nulla di particolare per prendersene cura.

Qualcosa di vero c’è perché sicuramente, rispetto alle altre piante d’appartamento, hanno bisogno di meno:

  • cure
  • acqua
  • accorgimenti

ma questo non vuole dire che possiamo dimenticarcene sperando che sopravvivano da sole. Per coltivare le piante grasse sono necessari vari specifici accorgimenti. Vediamoli insieme nel dettaglio.

Annaffiatura

Per prima cosa bisogna tenere a mente qualche piccola nozione che riguarda l’annaffiatura.

Le piante grasse, prendete appunti, hanno bisogno dell’acqua solo durante il periodo estivo, ad eccezione di quelle che invece fioriscono tra novembre e dicembre.

In inverno, quindi, niente acqua per le piante grasse: la assorbiranno da sole grazie all’umidità.

Se avete una pianta grasse che produce fiori, allora dovrete fare particolarmente attenzione a non bagnare mai i fiori; potreste favorire la formazione di marciumi.

Per il resto potete cominciare a irrigare le vostre piante grasse dalla metà di marzo per poi concluderla a settembre-ottobre.

Durante l’ultima irrigazione, date alla pianta anche del concime a base di solfato di potassio, che aumenta la resistenza delle piante al freddo.

Ecco sfatato il primo mito sulle piante grasse.

Vero, se ci dimentichiamo di dare loro l’acqua non succede niente.

Sì, ma solo durante l’inverno e solo perché, molto banalmente, durante questo periodo le piante grasse non hanno bisogno dell’acqua.

Cercate di ricordarvi di bagnarle con regolarità durante la stagione estiva, altrimenti le piante soffriranno e il loro benessere ne sarà compromesso.

Tipo di acqua

Veniamo ora all’acqua. Si potrebbe pensare che qualsiasi tipo di acqua andrà bene, del resto basta annaffiare, no?

Ecco, sbagliato!

L’acqua che utilizzate per bagnare le piante grasse non deve essere acqua calcarea.

Quindi, fate attenzione se utilizzate quella del rubinetto; se è troppo dura potreste modificare il pH del terreno e causare qualche danno alla pianta.

Posizione in casa

La posizione potrebbe sembrare una cosa scontata ma non lo è.

Le piante grasse vanno collocate, in genere, a sud della casa, meglio se in una zona lontana dall’umidità o su un davanzale.

In ogni caso, è sempre bene fare delle prove; se vi sembra che la vostra pianta sia in sofferenza, non esitate e sistematela altrove.

Se è vero che le piante grasse sono un ottimo complemento d’arredo è anche vero che per arredare in modo impeccabile abbiamo bisogno di una pianta sana e bella da vedere.

Non di un vaso messo lì a tutti i costi perché ci sembra il posto migliore.

Temperatura

C’è poi la questione della temperatura.

Le condizioni climatiche ideali per le piante grasse sono gli inverni freddi e secchi.

Ed è questo il motivo per cui quasi tutte le piante grasse vivono in uno stato di riposo fino al mese di marzo.

Ma è anche questo il motivo per cui posso sopportare temperature basse senza riportare danni.

Non tutte le succulente, ovviamente, sono così tanto resistenti.

Alcune hanno bisogno di particolari cure e non riescono a vivere bene se la temperatura scende al di sotto dei 13 gradi.

Queste piante devono essere messe al riparo durante i mesi più freddi, non possono essere lasciato all’aperto e, anche dentro casa, devono essere collocate in un luogo particolarmente luminoso.

La cura di queste piante è più impegnativa perché si tratta di specie che non devono mai essere bagnate direttamente, ma nebulizzate, per riempire l’aria di umidità.

Questa operazione andrebbe ripetuta ogni 4 giorni.

Per chi abita in luogo particolarmente freddi, soprattutto in inverno, sarebbe opportuno puntare su piante grasse che sono resistenti alle basse temperature, anche al di sotto dei 10 gradi.

Parliamo di piante come:

  • Agave
  • Echinopsis
  • Echinocactus
  • Gymnocalycium
  • Mammillaria
  • Notocactus
  • Rebutia
  • Trichocereus

Quello che conta è tenere queste piante al riparo dalla pioggia e dall’umidità e aiutare la loro resistenza al freddo utilizzando del solfato di potassio.

Rinvaso

Una delle cure particolarmente necessarie alle succulente, ma questo in realtà vale per ogni tipologie di pianta, è il rinvaso.

Questa operazione va eseguita subito, dopo l’acquista e ripetuta, fondamentale ricordarsi, ogni due anni.

Terriccio

Il terriccio giusto da usare è quello specifico per le piante grasse, oppure potete anche utilizzare un terriccio tradizionale, con l’aggiunta però di sostanze drenanti.

Basta aggiungere al terriccio universale vari materiali, come la sabbia, la ghiaia, l’argilla o sassi di pozzolana.

Mentre rinvasate, eliminate le radici più lunghe e quelle secche, facendo attenzione a utilizzare una lama pulita.

Malattie delle piante grasse

L’ultimo aspetto di cui dovrete occuparvi, molto importante, è la cura delle piante grasse in caso contraggano malattie di vario genere.

Le malattie che colpiscono le succulente, in genere, sono sempre legate a squilibri di tipo idrico, che possono verificarsi, per esempio, se annaffiate le piante con l’acqua del rubinetto troppo calcarea.

Ricordate che il ph deve essere sempre neutro, o lievemente acido, e che è indispensabile rinunciare all’acqua del rubinetto se quella di casa è troppo dura e calcarea.

Ricordate anche che dovrete sospendere ogni tipo di annaffiatura a partire dalla fine del mese di ottobre e l’inizio di quello di novembre e riprenderla a primavera, diciamo dalla fine di marzo.

Attenzione anche agli attacchi di cocciniglia e a varie formazioni di marciume che possono essere sempre in agguato e che sono fonte di malattie insidiose e fastidiose.

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Come fare la potatura delle piante? https://www.rispostafacile.it/come-fare-la-potatura-delle-piante/ https://www.rispostafacile.it/come-fare-la-potatura-delle-piante/#respond Mon, 23 Jan 2023 13:06:55 +0000 https://www.rispostafacile.it/?p=33098 La potatura è fondamentale per la cura delle nostre piante. È un’operazione che si effettua seguendo tempi e tecniche precise. Ogni pianta ha bisogno di interventi diversi in precisi periodi dell’anno e a seconda delle operazioni da effettuare è importante utilizzare gli attrezzi giusti. Ecco allora tutto quello che c’è da sapere sui principi di base della potatura

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La potatura è fondamentale per la cura delle nostre piante. È un’operazione che si effettua seguendo tempi e tecniche precise.

Ogni pianta ha bisogno di interventi diversi in precisi periodi dell’anno e a seconda delle operazioni da effettuare è importante utilizzare gli attrezzi giusti.

Ecco allora tutto quello che c’è da sapere sui principi di base della potatura

Perché si fa la potatura?

La domanda sorge spontanea, soprattutto per chi non ha molta dimestichezza con il giardinaggio: perché si potano le piante?

La risposta è molto semplice: perché molte delle piante che l’uomo coltiva non cresce secondo le condizioni naturali e quindi le piante da sole non sono in grado di autoregolarsi.

Si pota una pianta per motivi diversi:

  • ridimensionare la chioma, soprattutto se si tratta di alberi che si trovano vicino ad altre piante ed edifici
  • eliminare i rami e le foglie superflue. In questo modo si migliora la crescita delle piante, soprattutto nel caso degli alberi da frutto e degli arbusti
  • dare alle piante la forma desiderata
  • prevenire l’invecchiamento nelle piante con molti anni di vita
  • rinforzare la chioma compromessa da parassiti o malattie
  • riportare equilibrio dopo un trapianto

Quando si fa la potatura?

Ogni pianta ha i suoi tempi, ma in genere il periodo migliore per potare piante e arbusti è a fine inverno, periodo in cui non è ancora iniziata la ripresa. Alcune piante, però, come le conifere, hanno bisogno di essere potate subito dopo che la fioritura è finita.

Può sembrare banale, ma i tempi della natura sono importanti e una potatura effettuata al momento sbagliato può essere molto dannosa per la pianta.

La primavera e l’autunno sono i periodo in cui mai e poi mai si dovrebbe potare una pianta; in primavera perché le piante stanno formando nuovi rami e nuove foglie e l’autunno perché con la potatura è facile infettare le piante per via della troppa umidità.

Per le piante da frutto non è importante soltanto il periodo dell’anno, ma anche la regolarità degli interventi. Nei primi anni di vita, per esempio, lo sviluppo è molto forte e questo richiede diversi interventi di regolazione.

Poi, mentre aumenta l’età della pianta, diminuisce la crescita e questo aumenta il tempo di intervallo da una potatura a un’altra.

Potremmo così riassumere gli interventi di potatura in base all’età della pianta:

  • fino a 10 anni: potatura ogni due anni
  • dai 10 ai 40 anni: potatura ogni 5 anni
  • di 40 anni e più: potatura ogni 10 anni

Si parla di turni solo indicativi, ma avere un’idea di come agire è importante per assicurare alla pianta una giusta crescita. Rispettare i turni di potatura, inoltre è inoltre importante per delineare la chioma nel modo corretto.

Come fare la potatura

Potare le piante non significa soltanto prendere le cesoie e cominciare a tagliare senza una regola precisa. Tutto deve essere studiato attentamente se si vogliono ottenere buoni risultati e soprattutto se si vuole essere sicuri di non danneggiare la pianta.

Per esempio, uno degli errori più commessi è quello di tagliare un ramo un po’ sporgente con un taglio netto e verticale.

Il taglio non deve mai procedere verticalmente, ma deve essere parallelo.

Solo in questo modo la pianta non sarà danneggiata e indebolita.

Per potare un ramo nel modo corretto, in altre parole, il taglio deve essere perpendicolare rispetto alla direzione. In questo modo si lascia alla pianta la possibilità di rimarginare la sua ferita nel modo più indolore possibile.

Fondamentale inoltre avere sempre gli attrezzi giusti.

Tecniche di potatura

Esistono diverse tecniche di potatura, ma in generale sono quattro le modalità più applicate.

  • Diradamento

Significa asportazione totale dei rami a partire dalla inserzioni sul tronco, dalla parte periferica e da quella centrale. La chioma risulterà sfoltita e più omogenea. Grazie a questo tipo di potatura si favorisce il passaggio della luce e dell’aria, anche nelle parti più interne della chioma, e la produttività dell’intera pianta.

  • Speronatura

Questa modalità consiste nell’accorciamento dei rami e nell’asportazione di una parte della chioma. Si riduce il numero delle gemme, si favorisce lo sviluppo dei germogli e i rami ne escono molto più forti.

  • Spuntatura

Come dice il nome,  la spuntatura è l’eliminazione di piccole porzioni dei rami. Si riduce la crescita della pianta e la linfa si ridistribuisce in modo tale da  irrobustire la chioma e stimolare la crescita delle nuove gemme.

  • Taglio di ritorno

L’ultima tecnica di potatura è l’eliminazione della parte finale di un ramo principale, al di sopra del punto di incontro di un ramo secondario. Così facendo la crescita che sarebbe passata in quella direzione passerà per il ramo più giovane.

Quanti tipi di potatura esistono?

Le singole operazioni di potatura possono essere periodiche o straordinarie.

Interventi periodici di potatura

Tra gli interventi periodici di potatura abbiamo:

  • Potatura di trapianto: si effettua tutte le volte che una pianta viene messa a dimora. Si riequilibrano le dimensioni della chioma in base alle radici per evitare che la pianta spenda troppe energie per mantenere una chioma troppo folta
  • Potatura di formazione o allevamento: si effettua su piante che hanno fino a 12 anni di età per donare loro una chioma dalla forma particolare, per esempio a piramide o a palmetta
  • Potatura di mantenimento: si esegue sugli esemplari che hanno raggiunto una certa maturità. Si dirada la chioma e si abbinano spuntature e speronature, indispensabili per le piante ornamentali che si usano per decorare gli ambienti.
  • Potatura di produzione: si effettua su piante da frutto mature e serve per ottimizzare la loro produttività.
  • Potatura di ringiovanimento: serve alle piante invecchiare, per stimolare la produzione di nuovi getti.
  • Potatura a tutta cima: consiste nell’asportazione degli apici per alleggerire la chioma e consentire lo sviluppo armonico della pianta. È indispensabile per finalità estetiche.
  • Potatura verde: si esegue in estate quando la pianta è in fase vegetativa ed è la potatura opposta a quella invernale. Consiste nell’asportazione di una parte della chioma. In questo modo si ridistribuisce il peso sui rami e si riduce anche il fabbisogno idrico delle piante.
  • Potatura invernale: è la più classica e diffusa effettuata alla fine dell’inverno per aiutare la pianta a riprendere la sua attività vegetativa.

Interventi straordinari di potatura

Gli interventi straordinari di potatura, invece, sono:

  • Capitozzatura: è l’asportazione dell’intera chioma della pianta ed è anche molto rischiosa perché mette a serio repentaglio la sopravvivenza dell’esemplare. Andrebbe eseguita solo su esemplari che, in alternativa, andrebbero abbattuti. Molti sconsigliano questa tecnica perché, oltre a incidere sull’estetica della pianta, gli esemplari sottoposti a questo tipo di potatura sono soggetti all’attacco di organismi esterni in quanto più esposti
  • Potatura di risanamento o emergenza: si effettua in emergenza per asportare i rami che ormai sono compromessi per via di parassiti o malattie oppure nel caso in cui i rami sono stati danneggiati da agenti atmosferici.
  • Potatura di contenimento: serve per evitare che le piante si espandano troppo nel caso in cui si trovino vicino a fabbricati,  edifici, abitazioni o strade. In questo caso l’intervento è motivato esclusivamente dalla messa in sicurezza della zona.
  • Potatura di riforma: si esegue per dare alla pianta un nuovo aspetto ornamentale

Cosa fare dopo la potatura

L’attenzione è stata massima durante la potatura, ma può comunque succedere che qualcosa vada storto. Del resto, la potatura è comunque un trauma, una ferita che la pianta deve risanare da sola.

Per questo è importante ridurre al minino lo stress e intervenire nel caso in cui si tema per la salute dell’esemplare.

Se il taglio effettuato è particolarmente importante è possibile applicare alla pianta un mastice cicatrizzante, che aiuta la formazione del callo nervosa e protegge la pianta dall’attacco dei parassiti.

Per aiutare la pianta a riprendersi dopo la potatura è utile anche concimare con del compost organico e assicurare sempre una buona dose di irrigazione, avendo cura di non bagnare i rami potati, per proteggerli da muffe.

Forme, gemme e rami della pianta

Parlando di potatura è opportuno conoscere alcuni elementi di agronomia che sono sicuramente utili per capire meglio vita ed esigenze delle piante che andiamo a potare, siano esse ornamentali o da frutto.

Le forme di allevamento

Con questo curioso termine – che fa pensare ad animali piuttosto che piante – ci si riferisce agli schemi di sviluppo e coltivazione delle piante. Le forme principali di “allevamento” delle piante sono tre:

Forme in volume

Lo sviluppo delle piante avviene nelle tre direzioni (altezza, larghezza e profondità), Queste forme hanno bisogno di molto spazio e non necessitano di supporto per la crescita.

Tra le forme in volume più diffuse ci sono:

  • Vaso: il tronco ha un’altezza media e si divide in branche (che formano la chioma dall’aspetto tondeggiante.
  • Piramide: la forma della chioma è a piramide
  • Globo: la pianta si pota fino a farle assumere una forma piuttosto fitta, che protegge il tronco e i rami dal sole.
  • Alberello: è specifica della vite, che viene coltivata a cespugli

Forme in parete

Lo sviluppo delle piante in questo caso procede in:

  • altezza
  • larghezza

Questo tipo di crescita è tipica dei vigneti e degli alberi da frutto. Le forme di allevamento in parete sono principalmente due:

  • controspalliere basse
  • controspalliere alte

Pergolato

Qui la crescita della pianta avviene in due direzioni:

  • larghezza
  • profondità

Il piano di sviluppo è orizzontale oppure inclinato, come nel caso della vite. Le due tipologie di pergolato più conosciute sono il tendone e la pergola.

Le gemme

Altro argomento di grande interesse sono le gemme, ossia le parti vitali e nuove che la pianta genera sui rami per la crescita. Di esse va tenuto conto in maniera fondamentale quando si pota. Sulle piante si trovano le gemme che sono diverse tra loro e vengono distinti in base a:

Tempi di sviluppo

In base al loro sviluppo di distinguono le gemme:

  • pronte: si formano nello stesso anno della formazione
  • dormienti: si sviluppano nell’anno successivo a quello della formazione.
  • latenti: si sviluppano dopo anni dalla loro formazione.

Posizione sulla pianta

Mentre in base alla loro posizione sulla pianta distinguiamo le gemme:

  • apicali: all’apice dei rami
  • ascellari: in prossimità dell’ascella delle foglie.
  • avventizie: in diverse zone della pianta

I rami

Ultimo argomento di cui ci occupiamo sono i rami e le loro tipologie, ultimo in ordine cronologico ma non per questo meno importante, anzi.

Rami a legno

Si tratta di rami di tipo vegetativo, che possono essere classificabili in questo modo:

  • Succhioni: sono rami vigorosi presenti nelle piante giovani. Vengono rimossi durante la potatura per aiutare la pianta a mantenere le energie.
  • Polloni: nascono dal colletto della pianta o dalle radici.

Rami a frutto

Sono i rami sui quali si verifica la fioritura. E si dividono in:

Rami a frutto delle pomacee

I principali rami a frutto di melo, pero, cotogno e nashi sono rappresentati da:

  • Dardo: ramo corto che non supera gli 0.5-1 centimetri
  • Lamburda: questo ramo a frutto della lunghezza di 1-5 centimetri di età superiore a un anno.
  • Birindillo: lungo dai 15 ai 20 centimetri, e ha una gemma mista contornata dalle gemme laterali a legno.
  • Ramo misto: con lunghezza d compresa tra i 35 e 50 centimetri; è un ramo lungo, che presenta gemme lisce e a legno.

Rami a frutto delle drupacee

I rami degli alberi da frutto si suddividono in:

  • rami misti: di lunghezza di 40-80 centimetri, con gemme a fiore e a legno. Sui rami misti si concentra la maggior produttività delle drupacee.
  • Dardo fiorifero: ha una lunghezza di pochi centimetri e gemme a fiore e a legno
  • Birindillo: i birindilli sono molto poco frequenti e non hanno importanza ai fini produttivi. Hanno una lunghezza di 15-25 centimetri, e hanno gemme laterali  a legno e a fiore.

Rami di agrumi, vite e ulivo

In queste tre esemplari non ci sono dei veri e propri rami da frutto, ma si trovano alcune gemme che si possono scorgere in diverse parti della pianta. Ecco quello che è possibile trovare:

  • Agrumi

gli agrumi hanno gemme che andranno poi a dare vita ai germogli. sui germogli, a loro volta, si svilupperanno i fiori, che si formano intorno al mese di febbraio-marzo.

Questo tipo di gemme si trovano in genere sui rami che hanno circa un anno e si sono sviluppati nella primavera dell’anno prima, ma non è escluso di poterle trovare anche su rami più vecchi; sui rami possono nascere solo fiori ,oppure sia fiori sia foglie allo stesso tempo.

  • Vite

la produzione nella vite si compie su quei rami  che sono stati prodotti in primavera.

A loro volta questi rami si dividono dai rami che si sono sviluppati nell’anno precedente e le loro gemme miste andranno a produrre germogli, che a loro volta daranno vita a uno o a due grappoli,  oltre a un numero di foglie variabile.

Ci sono poi tipologie di germogli che nascono da piccole gemme che si trovano alla base dei tralci, chiamate anche gemme di corona, oppure da gemme silenziose che si sviluppano a partire dal fusto. In entrambi casi, però, la produzione è piuttosto scarsa.

  • Ulivo

Nell’ulivo la produzione si mette in moto a partire da gemme a fiore e dalla gemme miste che si sviluppano e danno origine ad una infiorescenza conosciuta con il nome di mignola.

Parliamo di gemme che si trovano sui rami di un anno, ma spesso anche su quei rami che sono meno giovani e hanno due o tre anni. Nel caso delle gemme miste, si producono i fiori ma anche le foglie.

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Come coltivare i gerani in inverno? https://www.rispostafacile.it/come-coltivare-i-gerani-in-inverno/ https://www.rispostafacile.it/come-coltivare-i-gerani-in-inverno/#comments Wed, 04 Jan 2023 11:11:19 +0000 http://risposte.guidaconsumatore.com/?p=5425 I gerani sono fiori che riescono a tollerare le rigide temperature, quindi possono sopravvivere anche durante il periodo invernale. E’ però necessario scegliere la posizione più adeguata e protetta nei mesi invernali ed avere qualche accortezza in più.

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Coltivare i gerani in inverno

Pre prendersi cura dei gerani bisogna, prima di tutto, pulirne la chioma, eliminando fiori e foglie ormai appassite. Poi, con l’ausilio di una zappetta, si tolgono le eventuali incrostazioni del terriccio e si sostituiscono con della terra nuova. Il balcone è il posto ideale per tenere i gerani durante l’inverno.

Affinchè i fiori stiano al riparo dal freddo e dall’eventuale rischio di gelo, si deve sistemare il vaso o la cassetta a ridosso del muro che sia esposto ad ovest o a sud. Riponendo i fiori in questa angolatura, essi prendono il caldo del giorno e lo restituiscono di notte. Per evitare che le radici tocchino il pavimento è consigliabile poggiare i contenitori sulle cassette della frutta, alte almeno 30 cm. Sotto il vaso, invece, basta inserire uno spessore di polistirolo, che isola.

Durante i mesi invernali è comunque importante idratare il terriccio: bastano due volte al mese per i parigini, che sono già liquidi all’interno dei tessuti, e una volta alla settimana per gli zonali. Se si verificano improvvisi abbassamenti di temperatura, è meglio proteggere i fiori con un tessuto termico speciale che ripara dal freddo e lasci passare la luce. Il pianerottolo delle scale è un altro posto ideale in cui lasciare svernare i gerani, soprattutto se abitate in una zona particolarmente fredda e umida.

L’ambiente però deve essere abbastanza luminoso (quindi dotato di finestre o altre aperture), poiché la luce aiuta a mantenere le foglie verdi. La temperatura ideale dell’ambiente è sui 10°, poiché favorisce il riposo invernale e la crescita dei tralci. Nelle zone di montagna, invece, dove i rischi di gelo sono molto elevati, vanno bene ambienti arieggiati e poco luminosi, a patto che la temperatura non sia inferiore ai 2 gradi.

La terra necessiterà di poca acqua in questi casi (circa una volta al mese). In queste condizioni i gerani si assopiranno in una specie di letargo, per poi svegliarsi a primavera. Questi accorgimenti possono essere adottati da chiunque senza problemi, anche da chi non ha il “pollice verde”.

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Peperoncino ornamentale https://www.rispostafacile.it/peperoncino-ornamentale/ https://www.rispostafacile.it/peperoncino-ornamentale/#respond Wed, 25 May 2022 12:38:26 +0000 http://www.guidapeperoncino.com/?p=87 Tutti conoscono il peperoncino per via dei suoi numerosi utilizzi in cucina, eppure questa pianta ha molto da dare anche dal punto di vista estetico; per questo motivo alcune varietà sono state appositamente selezionate per scopi ornamentali. Ecco quindi un articolo in cui troverete le informazioni e le caratteristiche riguardanti queste piante, di grande effetto scenico e decorativo.

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Il peperoncino ornamentale

Alla categoria del peperoncino ornamentale appartengono diverse varietà di specie del genere Capsicum, tutte originarie dell’America centromeridionale. Di peperoncino ornamentale si conoscono numerose varietà, ma le più diffuse sono una cinquantina ed al loro interno si possono incontrare piante molto diverse tra loro dal punto di vista biologico e morfologico.

Esistono infatti peperoncini ornamentali annuali e perenni, a portamento eretto oppure cespuglioso, dalle esigenze colturali particolari oppure adattabili a diverse condizioni.

Grazie a questa variabilità è possibile utilizzare il peperoncino ornamentale come pianta da vaso o da piena terra, e in questo caso è possibile ad esempio realizzare aiole, bordure o angoli colorati di grande effetto. Il peperoncino ornamentale, e soprattutto le specie che formano bacche disposte in mazzetti, può anche essere reciso e utilizzato per abbellire la casa o il centrotavola. I colori in genere si mantengono molto bene anche quando le bacche si seccano.

Varietà di peperoncino ornamentale

Di peperoncino coltivato a scopi commerciali esistono cinque specie principali, e due di esse in particolare (Capsicum annuum e Capsicum frutescens) comprendono il maggior numero di varietà di interesse ornamentale.

Capsicum annuum ornamentali

Questa specie di peperoncino comprende piante di taglia media, che presentano fusti eretti e ramificati, e un fogliame di colore verde scuro. Nell’ambito della specie sono presenti varietà di aspetto eterogeneo, con frutticini sia pendenti che eretti, di forma variabile (dall’allungato al ricurvo, passando per lo sferico ed il conico) e di dimensioni comprese tra i 2 e i 15 centimetri.

In particolare, i peperoncini ornamentali appartenenti alla specie Capsicum annuum sono:

  • Peperoncino ornamentale nano
    come dice il nome, queste piante sono caratterizzate da un’altezza ridotta (massimo 30 centimetri) e formano frutti di forma conica che possono presentare colori diversi: rosso, arancione, giallo e violetto, talvolta portati contemporaneamente sullo stesso esemplare. Le due varietà nane più diffuse a scopi ornamentali sono il peperoncino Ciliegia Giallo e il Ciliegia Rosso.
  • Peperoncino lungo di Cayenna
    è una pianta alta 40-60 centimetri circa che forma frutti di colore rosso intenso e forma conica, la cui lunghezza può arrivare a 10-15 centimetri.
  • Abbraccio
    è un peperoncino mediamente precoce ideale per le bordure, che produce frutti dalla forma allungata di circa due centimetri di lunghezza. Questi frutti sono portati in mazzetti e il loro colore va dal giallo al rosso, dall’arancione al violetto.
  • Blu di Prussia
    questa varietà ornamentale forma frutti di forma ovale, lunghi un paio di centimetri. A maturazione le bacche sono rosse, ma la loro particolarità è quella di assumere tonalità nero-bluastre quando sono ancora acerbi (da qui, appunto, il nome della varietà).
  • Colei
    è una varietà che porta bacche coniche (4 cm di lunghezza per 3 di diametro) di colore rosso, che può essere facilmente coltivata in vaso.

Capsicum frutescens ornamentali

Alla specie Capsicum frutescens appartengono piante di dimensioni variabili tra i 20 e i 120 centimetri di altezza, che in base alla loro taglia possono essere coltivate sia in giardino che in da vaso. I fiori, di colore bianco, compaiono in primavera e successivamente si trasformano in frutticini quasi sempre di forma conica il cui colore è giallo o nelle diverse tonalità del rosso.

Questi peperoncini ornamentali non sono solo belli da vedere, ma anche da… mangiare: la maggior parte delle varietà, infatti, produce frutti commestibili e talvolta anche piuttosto piccanti.

Una delle varietà di Capsicum frutescens più apprezzata è la Malagueta, che produce piccoli frutti rossi portati singolarmente e dalla forma allungata (3 cm di lunghezza per uno di diametro). La pianta è piuttosto tardiva, ed è originaria del Brasile. I suoi frutti sono apprezzati anche per la loro notevole piccantezza.

Ibridi Capsicum annuum x Capsicum frutescens

Il processo di selezione di varietà ornamentali di peperoncino non si è concentrato solo sulle singole specie, ma anche sulla loro ibridazione. Esistono infatti peperoncini ottenuti dall’incrocio delle due specie viste precedentemente, e tra le varietà più apprezzate troviamo:

  • Fiesta
    varietà che porta sui rami frutticini dal portamento eretto. Con il procedere della maturazione le bacche virano dal colore bianco al rosso intenso, passando dalle tonalità intermedie del giallo e dell’arancione.
  • Bonfire
    i
    peperoncini sono inizialmente verdi, per poi diventare gialli e da ultimo rossi.
  • Fips
    a
    maturazione i frutti diventano di un colore rosso cupo, dopo essere passati attraverso le diverse tonalità dell’arancione.

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Cos’è l’idrocoltura? https://www.rispostafacile.it/cose-idrocoltura/ https://www.rispostafacile.it/cose-idrocoltura/#respond Wed, 25 May 2022 08:35:38 +0000 https://www.rispostafacile.it/?p=42967 La coltivazione idroponica (o idrocoltura) consiste nel fare crescere le piante senza il supporto della terra.
Le piante vengono immerse in apposite vasche contenenti acqua e altre sostanze nutritive. Il valore nutrizionale delle verdure prodotte può essere notevolmente aumentato, proprio per la presenza di elementi nutrienti in grande quantità nell’acqua.
Le radici, invece, sono ancorate al vaso tramite un substrato d'ancoraggio traspirante, composto da argilla, fibra di cocco, zeolite e altri materiali.
L'idrocoltura è certamente anche una scelta ecologica: l'utilizzo dell'acqua è ridotto e, non essendoci la terra, non è necessario l’uso di pesticidi che risultano nocivi anche per l'atmosfera. Tutte le problematiche legate alla terra, come il ciclo di produzione e il diserbo sono totalmente eliminate.

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La coltivazione idroponica (o idrocoltura) consiste nel fare crescere le piante senza il supporto della terra.
Le piante vengono immerse in apposite vasche contenenti acqua e altre sostanze nutritive. Il valore nutrizionale delle verdure prodotte può essere notevolmente aumentato, proprio per la presenza di elementi nutrienti in grande quantità nell’acqua.
Le radici, invece, sono ancorate al vaso tramite un substrato d’ancoraggio traspirante, composto da argilla, fibra di cocco, zeolite e altri materiali.
L’idrocoltura è certamente anche una scelta ecologica: l’utilizzo dell’acqua è ridotto e, non essendoci la terra, non è necessario l’uso di pesticidi che risultano nocivi anche per l’atmosfera. Tutte le problematiche legate alla terra, come il ciclo di produzione e il diserbo sono totalmente eliminate

Vantaggi dell’idrocoltura

Come qualsiasi altro sistema, le colture idroponiche hanno dei vantaggi e degli svantaggi. Questo tipo di coltivazione è utilizzato in particolare nelle serre e nei Kit Coltivazione Indoor, dove questo processo può dare i massimi risultati. La possibilità di regolare la quantità della luce e dell’acqua utilizzati durante tutto il processo di coltivazione, permette alle colture di non avere stagionalità.
Il minor tempo per la produzione delle coltivazioni e la possibilità di utilizzare questo tipo di coltura anche indoor la rendono ideale in ogni tipo d’ambiente.
Uno dei maggiori vantaggi dell’idroponica, è rappresentato dal notevole risparmio di spazio che si utilizza rispetto ai tradizionali metodi di coltivazione. Dato che le sostanze nutritive sono fornite dall’acqua, è possibile sviluppare la coltivazione in senso verticale e ottimizzare lo spazio utilizzato.
Questo sistema, riduce anche il numero di malattie e problematiche legate alla coltivazione. La maggior parte delle malattie riconducibili alle normali tecniche, nelle colture idroponiche sono totalmente assenti.

Gli Svantaggi delle colture idroponiche

Il prezzo di un sistema per la coltivazione idroponica è maggiore di uno tradizionale. L’ambiente utilizzato oltre ad avere un costo maggiore, implica anche una spesa di manutenzione maggiore. Bisogna ancora prendere in considerazione il costo dell’energia elettrica utilizzato per la luce e il circolo dell’acqua che incide notevolmente sul guadagno finale.
È richiesta una buona conoscenza delle piante che si vuole coltivare e sulle sostanze nutritive che si utilizzeranno durante tutto il processo. Senza un’adeguata conoscenza sulle sostanze da utilizzare, si porteranno in poco tempo alla morte tutte le piante in coltivazione.
Risulta necessaria un’attenta riflessione sui vari pro e contro che il sistema di coltivazione idroponica offre, delle scelte sbagliate potrebbero compromettere l’intero investimento.

Quali sono le piante più adatte all’idrocoltura?

La coltivazione fuori suolo con tecnica idroponica è sempre più diffusa anche a livello domestico, sia per quanto riguarda la coltivazione di piante ornamentali, che per quelle da orto.
In linea di massima, tutte le piante possono essere coltivate con il sistema idroponico, a parte alcune piante con bulbo e quelle grasse che preferiscono il terreno arido e l’aria secca.
Tra le piante da giardino e quelle ornamentali, le specie a foglia verde trovano nella serra idroponica un ambiente ideale per crescere e svilupparsi rigogliosamente: il ficus, il pothos, la dracena, il philodendro e altre simili.
Tra le piante con fioritura, l’anthurium, lo spathiphyllum, la saintpaulia e simili si adattano facilmente al sistema idroponico e regalano inflorescenze ricche e colorate.
Le orchidee trovano in una serra idroponica un ambiente perfetto per crescere vigorose e rigogliose.
La coltivazione idroponica, offre grandi soddisfazioni e potenzialità nella coltura di ortaggi e piante aromatiche.
Anche in casa se si ha la fortuna di avere un piccolo spazio è possibile beneficiare degli aspetti positivi di questa tecnica di coltivazione. Ortaggi e verdure, infatti, nutriti con i giusti fertilizzanti, crescono e si sviluppano senza limiti di stagionalità, regalando frutti genuini e di ottima qualità durante tutto l’anno.
Le verdure e gli ortaggi che danno i migliori risultati in idroponica sono: pomodori, peperoni, cetrioli e tutte le verdure a foglia verde (bietola, senape, insalate, lattughino, rucola e così via).
Ma non sono da meno le erbe aromatiche, come basilico, salvia, erba cipollina e altre, che danno ottimi risultati con produzioni abbondanti.

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Come proteggere le piante del sole? https://www.rispostafacile.it/come-proteggere-le-piante-del-sole/ https://www.rispostafacile.it/come-proteggere-le-piante-del-sole/#respond Fri, 20 May 2022 14:31:39 +0000 http://risposte.guidaconsumatore.com/?p=13315 Alcune piante necessitano di sole più di altre e possono resistere anche al sole più potente. Ma ci sono alcune piante e fiori che possono rischiare la loro vita se esposti in modo eccessivo al sole. Fortunatamente ci sono alcune tecniche che permettono di proteggere le piante e i fiori dal sole. Le tecniche per salvaguardare le piante dai problemi di un’eccessiva esposizione al sole sono molte e glia accorgimenti da seguire sono davvero semplici.

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Le piante hanno bisogno del sole per crescere e per svolgere in modo appropriato la fotosintesi. Senza il sole, esse non potrebbero esistere. Tuttavia l’esposizione eccessiva al sole può causare danni irreversibili. Allora, come proteggere le piante dal sole?

Le piante, come molti altri esseri viventi, temono e subiscono notevoli danni se esposte al sole in maniera inappropriata, possono infatti bruciarsi, se la loro acqua vitale e il livello dei nutrienti necessari per la crescita evaporano. Proteggere le piante dal sole è fondamentale perché restino sane e vitali. I metodi da seguire sono diversi.

Sole e posizione delle piante

Le piante e i fiori che necessitano di ombra possono essere posizionate sotto a un albero o nei pressi di un cespuglio. Anche altre piante possono proteggere quelle piante che non hanno bisogno di troppo sole. Posizionate le piante che necessitano di ombra a nord rispetto alle piante più grandi e meno sensibili. E viceversa ponete le piante più grandi a sud rispetto ai fiori e le piante più bisognose di ombra.

Ponete le piante e i fiori che necessitano di ombra vicino al muro o al cancello. Solitamente la parte est, ovest e nord di una struttura è più ombreggiata delle altre. Per le strutture meno solide le piante rampicanti possono essere un utile aiuto per creare maggiore ombra.

I vasi

Anche la scelta dei vasi è molto importante. Ogni vaso ha caratteristiche differenti.

  • terracotta
    sono dei vasi in cui il terriccio si asciuga molto rapidamente.
  • plastica
    sono dei vasi in cui l’umidità viene trattenuta maggiormente.
  • auto annaffianti
    hanno un piccolo contenitore dove è possibile porre l’acqua ma sono adatti solo alle piante di dimensioni ridotte.

Oltre al vaso anche l’acqua fa la sua parte e potete acquistare un del composto di acqua complessata e fibre naturali. Questo gel di solito è reperibile in confezioni da trecento grammi che hanno una durata di circa una ventina di giorni. Una volta capovolto l’acqua viene liberata.

Pacciamatura

La pacciamatura è una tecnica di coltivazione e giardinaggio molto utile. Coprite la parte dove pianterete le vostre piante con del materiale che impedirà l’aumento della temperatura e manterrà l’umidità, impedendo l’entrata diretta dei raggi solari. In questo modo il terreno tratterà l’acqua che aiuterà le piante a combattere il sole e sopravvivere.

Piccoli accorgimenti da seguire per proteggere le piante

Coprite le piante nelle ore di punta, dove il sole è più forte. L’orario più pericoloso è dalle 11.30 alle 14.30. Potete usare qualsiasi tipo di copertura. Potete anche acquistare delle coperture apposite che troverete in tutti i negozi di giardinaggio.

Se le piante possono essere spostate ponetele all’interno negli orari più caldi, oppure spostatele in un punto dove vi è ombra. Coprirete in questo modo solo le piante che si trovano in vasi troppo pesanti.

Le piante che si trovano già all’interno, devono essere spostate se si trovano vicino a una finestra troppo soleggiata. Spostatele vicino a un’altra finestra, per evitare che riceva troppo sole, soprattutto nelle ore di maggiore calore.

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Come curare il Geranio? https://www.rispostafacile.it/come-curare-il-geranio/ https://www.rispostafacile.it/come-curare-il-geranio/#respond Sat, 26 Mar 2022 12:37:17 +0000 http://www.rispostafacile.it/?p=661 Benvenuti in quesa nostra guida dedicata a come curare il Geranio in casa per farlo crescere sano e rigoglioso. Tra le maggiori cure da prestare a una pianta vi sono l'innaffiatura, la concimazione e la potatura. Ogni pianta ha bisogno delle sue specifiche cure, per crescere sana e rigogliosa. Ecco le cure per il geranio.

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Benvenuti in quesa nostra guida dedicata a come curare il Geranio in casa per farlo crescere sano e rigoglioso.

Tra le maggiori cure da prestare a una pianta vi sono l’innaffiatura, la concimazione e la potatura.

Ogni pianta ha bisogno delle sue specifiche cure, per crescere sana e rigogliosa. Ecco le cure per il geranio.

 

Come curare il Geranio: innaffiatura

Per curare il geranio coltivato in vaso la cosa più importante riguarda l’acqua.

Le innaffiature sono quindi un appuntamento molto importante e il loro dosaggio si differenzia a seconda delle stagioni:

  • estate: bisogna bagnarlo ogni giorno
  • inverno: è sufficiente bagnarlo ogni 2 o 3 giorni

Per il geranio coltivato in piena terra, invece, è sufficiente l’innaffiatura ogni 2 o 3 giorni anche in estate.,Questo poiché le radici della pianta vanno da sole in profondità a cercare l’acqua nella terra.

Come concimare il geranio

Anche il concime è importante per il geranio in casa.

Diciamo che dopo un periodo che va da 20 giorni a un mese dal momento dell’acquisto occorre rinvigorire il geranio con un fertilizzante.

Sarebbe consigliabile sceglierne uno liquido a rapido assorbimento, che abbia una composizione equilibrata tra questi nutrienti:

  • potassio
  • fosforo
  • azoto

Bagnare prima la pianta, per evitare che si “bruci”, e spruzzare il fertilizzante con un intervallo che possiamo fissare ogni 15 giorni circa.

Come potare il geranio

Infine ricordate che periodicamente occorre ripulire il geranio e quindi potarlo. Le operazioni specifiche da fare sono:

  • staccare i fiori appassiti alla loro attaccatura con il fusto
  • staccare le foglie secche con tutto il picciolo
  • togliere le parti deformate, secche, malate, per evitare contagi e dare luce alla pianta
  • cimare gli apici dei rami più alti, per consentire uno sviluppo omogeneo della pianta

Questi accorgimenti servono a garantire alla pianta un’illuminazione adeguata e a evitare che parti già danneggiate trasmettano malattie o parassiti al resto del geranio.

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Le piante da frutto in vaso https://www.rispostafacile.it/piante-da-frutto-in-vaso/ https://www.rispostafacile.it/piante-da-frutto-in-vaso/#respond Thu, 28 Oct 2021 09:37:37 +0000 http://www.consigliacasa.com/?p=482 Per raccogliere i frutti dalle proprie piante o per far crescere un nespolo o un albero di limoni non è necessario avere una casa in campagna o una vasta superficie da dedicare al giardino o all’orto. In effetti, è sufficiente, avere un balcone, conoscere le piante, e impegnarsi nella cura di un albero da frutto in vaso. Le piante, i frutti e dunque i colori e i sapori sono esattamente gli stessi, ed è possibile badare alla loro crescita disponendo di un semplice terrazzo.

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Le piante da frutto da tenere in vaso

Esistono varie specie di piante da frutto in vaso che possiamo scegliere per il nostro balcone. Oltre alla bellezza della pianta e dei fiori, potremo poi, nella giusta stagione, raccoglierne i frutti!

Tra queste, le più diffuse sono: caco, kiwi, susino, melo, pero, vite, ciliegio, fico, mandorlo melo cotogno, ulivo, albicocco, agrumi, fragole, frutti di bosco, corbezzolo, fico d’india, nocciolo, melograno, pesco, amarena, nespolo. 

Vantaggi delle piante da frutto in vaso

Le piante di cui parliamo sono versioni “nane” di quelle presenti nei futteti. Sono state selezionate appositamente per poter stare in balcone, raggiungendo al massimo i due metri d’altezza.

I vantaggi di tale soluzione sono la possibilità di avere una fioritura abbondante in primavera, che dà un piacevole effetto estetico e dunque aggiunge qualità agli spazi del terrazzo.

In estate sbocciano i frutti, e dunque si può assaggiare la frutta da noi coltivata. In autunno le foglie assumono delle sfumature di colori estremamente suggestivi, e d’inverno sprigionano delle fragranze molto profumate, specie se si acquistano delle piante d’agrumi.

Inoltre, i frutti di queste piante conservano intatto il contenuto vitaminico e, a differenza della frutta comprata, ne conosciamo perfettamente la provenienza e gli eventuali trattamenti.

Accorgimenti

Ovviamente le piante hanno bisogno di un habitat preciso e di un ambiente specifico in grado di garantirlo. Dovremo quindi fare attenzione affinchè il nostro terrazzo abbia tutte le caratteristiche di cui le nostre piante necessitano.

Tra i primi parametri da garantire c’è quello di un’adeguata esposizione, che deve garantire determinate ore di sole. Ovviamente lo smog non fa bene ai frutti, sarebbe dunque preferibile scegliere un balcone lontano dalle strade trafficate e dalle relative fonti d’inquinamento.

Allo stesso modo sarebbe bene che il terrazzo fosse ben ventilato, dal momento che l’umidità e i luoghi chiusi favoriscono ristagni e il crearsi di malattie.

Inoltre, per alcuni tipi di piante, come il nespolo, il fico e il kiwi, è bene evitare l’esposizione a temperature fredde, dunque, nei posti in cui gli inverni sono particolarmente rigidi, si consiglia di collocare queste piante in posizioni piuttosto riparate.

Bisogna inoltre tener conto delle dimensioni di ogni albero, e di quanto può espandersi durante la crescita. Le distanze cambiano, infatti, dato che alcune crescono più rigogliose, altre meno. Il pero, il ciliegio e l’albicocco così come il melo e il susino devono distare 5,6, metri.

Il cotogno, l’amarena, il melograno, il nocciolo e il pesco hanno invece uno sviluppo più contenuto, e possono distare anche 3,4 metri. Le altre specie come le fragole, i frutti di bosco, il pero, il melo e il susino, hanno bisogno di ancora meno spazio, e basta fissare al muro i rami, ad una distanza di 50-60 cm l’uno dall’altro.

Il terriccio per le piante in vaso

Ovviamente vanno usati degli specifici accorgimenti per garantire la sopravvivenza e la buona crescita di queste piante. Anzitutto occorre scegliere un buon terriccio.

L’ideale è usare un composto che presenta per il 40% la torba e per il 60% terreno argilloso. La torba permette infatti un buon drenaggio e allo stesso tempo il terreno argilloso ne consente la stabilità.

Come si mettono le piante nel vaso

La messa a dimora di queste piante è molto delicata, e si consiglia di farlo in autunno, così da consentire di emettere nuove radici e di superare le difficoltà e i traumi che derivano da un trapianto. Tale operazione è piuttosto complessa e presenta varie fasi di svolgimento:

Prima di piantare la nostra pianta, occorre preparare il terreno per tempo, almeno 2 3 mesi prima dissodandolo con la zappa fino a raggiungere 20 o 25 m di profondità; si consiglia inoltre di aggiungere letame o terriccio per aumentare la fertilità.

Si consiglia di procedere poi alla piantagione in una giornata autunnale, evitando così che la terra sia troppo fredda e dunque ghiacciata, oppure sia umida e bagnata. A questo punto bisogna scavare una buca di 10- 20 cm di diametro e circa 20-40 cm di diametro.

Bisogna poi smuovere la terra a fondo e sulle pareti, così da agevolare il successivo evolversi delle radici, e allineare un paletto all’interno del buco precedentemente creato per la piante, che deve avere un diametro di 5 o 6 cm; successivamente, il palo va sotterrato ad una profondità minima di 30-40 cm e deve superare i primi rami di almeno 10-20 cm.

Quando si toglie la pianta dal recipiente bisogna fare attenzione a che le radici non siano danneggiate o rotte. Sistemando l’albero nella buca bisogna inoltre prestare fare in modo che le radici siano posizionate a forma di raggio sulle fondamenta e che il colletto, ovvero la zona in cui il fusto si unisce alle radici, sia all’altezza del prato.

A questo punto si consiglia di scuotere la pianta dal tronco, in modo che la terra possa penetrare per bene nei vuoti d’aria rimasti e quindi compattare il terreno attorno al fusto. Dobbiamo poi aggiungere terra per riempire la buca e compattare il terreno.

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Come coltivare la Camomilla in giardino? https://www.rispostafacile.it/come-coltivare-la-camomilla-in-giardino/ https://www.rispostafacile.it/come-coltivare-la-camomilla-in-giardino/#respond Sun, 02 Jun 2019 13:35:56 +0000 https://www.rispostafacile.it/?p=36454 Nell'Europa occidentale cresce libera, indigena, mentre in Italia, oltre a trovarla allo stato spontaneo nei luoghi incolti e lungo i viottoli di campagna, si può facilmente vedere negli orti e nei giardini, dove viene coltivata per scopi fitoterapici.

Vi presentiamo la camomilla e vi spieghaimo come coltivarla nel vostro giardino!

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camomilla

Prima di capire come coltivare la camomilla in giardino, andiamo a conoscerla da vicino.

Si tratta di una pianta erbacea che completa il proprio intervallo vitale in un anno.

La pianta presenta delle radici, a corpo cilindrico e legnoso, alquanto resistenti che consentono non solo stabilità ma garantiscono, in tal modo, il flusso delle sostanze nutritive.

L’altezza della pianta può variare dai 50 cm, per quelle che crescono spontaneamente, ad 80 cm, per quelle coltivate. Le foglie sono alterne mentre i fiori si concentrano in piccole fiorescenze.

I fiori che sporgono all’esterno della pianta sono di colore bianco mentre quelli interni sono gialli.

La camomilla presenta un odore aromatico, che è permesso dalla mescolanza di principi attivi contenuti al suo interno.

Il frutto che si origina si chiama “cipsela”, con una lunghezza di circa 1 mm e dal colore chiaro.

Coltivare la Camomilla

La camomilla si adatta principalmente a temperature calde, necessarie per garantire la sua fioritura.

Riesce a sopportare un clima caratterizzato da inverni non rigidi e si adatta anche in ambienti caratterizzati da un alto tasso di umidità.

L’ideale sarebbe coltivare la camomilla in spazi sottoposti ad un elevato irraggiamento solare e dove si verifichino il meno possibile delle correnti d’aria.

Il terreno nel quale si appresta a coltivare questa pianta può essere di diverse tipologie.

Questa, infatti, riesce a compiere il suo ciclo vitale anche in suoli calcarei, nonostante prediliga i terreni freschi, ben idratati che non presentano sostanze organiche.

Evitare assolutamente di coltivare la camomilla in suoli compatti poiché il ristagno idrico che ne può derivare rischia di rovinare tutto.

Primo passo importante da compiere per ottenere una buona camomilla è la semina.

Per evitare il prolungamento delle radici nel terreno deve essere effettuata una superficiale aratura; in questo modo le piccole masse di terra vengono del tutto frammentate.

È bene ricordarsi che la semina deve essere fatta in autunno, dove gli inverni non presentano basse temperature, e in primavera, dove il clima è più fresco. Il seme deve essere collocato a circa 1-2 cm di profondità.

La coltivazione della camomilla può essere effettuata sia in giardino che nei vasi, a tal proposito è un’idea carina per abbellire eventuali esterni da giardino.

A circa 3 settimane dalla semina è bene controllare il lavoro svolto: in caso di erbe infestanti o poco vigorose si deve procedere manualmente alla sfoltitura della pianta.

L’innaffiamento della pianta deve verificarsi frequentemente sia prima che dopo la raccolta dei fiori, controllando attentamente che il terreno sia asciutto.

La raccolta della Camomilla

La raccolta dei fiori deve avvenire gradualmente, incominciando dalle infiorescenze bianche che cominciano a schiudersi.

Una volta raggiunte queste caratteristiche si può estirpare la pianta e portarla all’interno della casa per dare inizio al processo di essiccazione.

L’essiccazione deve essere effettuata in luoghi asciutti e bui.

A questo punto si possono tagliare i capolini e riporli in un barattolo, al riparo dalla luce, ed è bene ricordare di usarli entro l’anno.

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Come potare le piante di agrumi? https://www.rispostafacile.it/come-potare-le-piante-di-agrumi/ https://www.rispostafacile.it/come-potare-le-piante-di-agrumi/#respond Thu, 31 Jan 2019 16:01:32 +0000 https://www.rispostafacile.it/?p=33413 Arance, limoni, mandarini, bergamotti, i principali agrumi coltivati in molte zone dell’Italia, al sud dove il clima mite ne favorisce la crescita. Si tratta di specie molto diverse tra loro, con relative operazioni di potatura, che hanno anche tratti in comune, indispensabili perché le piante siano sane e produttive. Ecco allora tutto quello che c’è da sapere.

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Prima di affrontare l’argomento di questa guida, ossia come potare le piante di agrumi, andiamo a curiosare nella natura di queste piante.

La famiglia degli agrumi è molto ampia, comprende diverse specie e ognuna regala frutti diversi dal gusto saporito più o meno intenso, ottimi da mangiare al naturale o per preparare succhi, bevande e pietanze.

Come potare le piante di agrumi

Come sempre, però, prima di procedere con tutte le informazioni che riguardano la coltivazione e la potatura della specie in questione, è importante conoscere a fondo le caratteristiche botaniche delle piante di cui stiamo parlando.

Il termine “agrumi” si riferisce a una tipologia di pianta che produce frutti succosi utilizzati sia da mangiare freschi che per diverse trasformazioni a livello industriale.

Le specie di piante di agrumi

Le principali specie di agrumi esistenti in natura sono:

  • Arancia dolce (Citrus sinensis)
  • Arancio amaro (Citrus aurantium)
  • Pompelmo (Citrus paradisi)
  • Limone (Citrus limon
  • Mandarino (Citrus reticulata, C. nobilis)
  • Bergamotto (Citrus × bergamia)
  • Cedro (Citrus medica
  • Chinotto (Citrus myrtifolia)

Si tratta di specie tutte originarie dell’Asia sud-orientale. Altre varietà minori di agrumi sono:

  • Mandarino cinese o kumquat rotondo (Fortunella japonica)
  • Kumquat di Hong Kong (Fortunella hindsi)
  • Kumquat ovale (Fortunella margarita)
  • Arancio trifogliato o ponciro (Poncirus trifoliata)
  • Pomelo o pommelo (Citrus grandis o Citrus maxima)
  • Tangelo (Citrus × tangelo)
  • Mapo (un ibrido Citrus × tangelo)
  • Limone Meyer (Citrus meyeri) Miyagawa o satsuma (Citrus × unshiu)
  • Papeda delle Mauritius o combava (Citrus hystrix)
  • Kucle (Fortunella margarita x Citrus reticulata)
  • Calamondino (Citrus japonica x Citrus reticulata)
  • Pompia (Citrus × mostruosa)
  • Rangpur (Citrus x limonia)

Le specie, come avete visto, sono parecchie, profumate e colorate. Tutte si assomigliano ma ognuno di loro è diversa, dimostrando quanto grande possano essere le varietà di una stessa famiglia presenti in natura.

Come tutte le specie arboree, anche gli agrumi vanno coltivati con attenzione, per garantire alla pianta un buono stato di salute duraturo nel tempo e per assicurarsi dei frutti buoni e saporiti.

Come coltivare gli agrumi

A differenza di altri alberi da frutto che interessano sia la botanica che il commercio, gli agrumi hanno poche forme di allevamento, tutte riconducibili ad una struttura a forma di globo della chioma.

Le piante di agrumi crescono in natura senza troppe costrizioni o troppe potature, lasciando quindi che la chioma si possa sviluppare in modo naturale.

Coltivare degli esemplari di agrumi dalla chioma globosa è abbastanza semplice: basta cimare a circa 50 centimetri di altezza il fusto delle giovani piante di agrumi e mantenere tre o quattro branche dalle quali si svilupperà invece la chioma.

Per le piante di agrumi si tende a preferire forme di allevamento a “chioma piena”, dove la vegetazione raggiunge il suo sviluppo massimo spingendosi fin quasi a livello del terreno.

In questo modo la capacità degli esemplari di portare frutti viene sfruttata a pieno, senza mai dimenticare che la presenza di una simile chioma è considerata un’ottima protezione nei confronti dell’eccessiva esposizione al sole del fusto e anche in caso di eventuali sbalzi di temperatura che potrebbero colpire la pianta.

Come potare gli agrumi

Gli agrumi sono piante che hanno significative differenze rispetto ad altri alberi da frutto, ognuno con le proprie caratteristiche e dei quali è indispensabile tener conto. Quindi, prima di approfondire come potare le piante di agrumi, analizziamone le principali caratteristiche in questione, che sono:

  • La produzione dei frutti si verifica sui rami che si sono formati nell’anno precedente, come molto spesso succede per diversi alberi da frutto.
  • Negli agrumi lo sviluppo vegetativo si articola in tre periodi ben precisi: primavera, inizio dell’estate ed autunno.
  • Il portamento degli agrumi, ad eccezione di alcuni casi, è di tipo assurgente, ovvero la chioma tende sempre a crescere verso l’alto. Per via del loro stesso peso, in seguito, i rami tendono a incurvarsi verso il basso e questa condizione viene sfruttato a fini produttivi.

Gli agrumi, come tutte le altre specie arboree, devono seguire dei tempi di potatura ben precisi, indispensabili per garantire una buona produttività alla pianta e per evitare di recarle dei danni irreversibili.

Potare le piante di agrumi

Il periodo migliore per cominciare i lavori di potatura degli agrumi è quello compreso tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Questo significa che bisogna intervenire nel periodo che precede la fioritura.

Ovviamente munitevi degli attrezzi adeguati.

Gli agrumi sono piante che non hanno bisogno di grandi interventi di potatura intensivi.

Anzi, nel caso degli agrumi la regola è: meno si pota, e meglio è.

Nonostante questo, è importante specificare che devono comunque essere effettuati dei tagli selettivi.

Potare con tagli selettivi

Per esempio, è importante asportare la porzione di vegetazione che si trova più vicina al suolo in modo tale da permette il giusto circolo dell’area nella zona dove si trova la chioma.

Così facendo, in questo modo si scongiura la possibilità di sviluppo di malattie fungine che potrebbero attaccare l’albero in qualsiasi momento.

Durante la fase di potatura di produzione bisogna anche eliminare i rami che hanno già prodotto i loro frutti, oltre naturalmente ai rami che sono secchi, deboli oppure malati.

Contrariamente a molte altre specie di interesse agronomico, negli alberi degli agrumi i polloni non costituiscono sempre un elemento negativo da rimuovere il prima possibile.

I polloni, infatti, risultano molto utili quando vi è la necessità di dare una rinfrescata alla chioma della pianta, e vengono impiegati per la sostituzione di branche che hanno una produttività ormai in fase di declino.

Negli agrumi è molto importante che la vegetazione troppo fitta sia diradata, in modo tale da consentire il passaggio della luce e dell’aria.

Queste sono le informazioni che è indispensabile conoscere per procedere nel modo corretto alla coltivazione, e alla potatura, degli agrumi. Si tratta di alberi dal profumo intenso ma delicato che, oltre ad essere un’ottima risorsa naturale, sono anche un buon modo per decorare il giardino o l’orto.

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