Il cocomero è il frutto commestibile del Cucumis citrullus, una pianta originaria dell’Africa Tropicale. Appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee, insieme a zucca, zucchina, cetriolo e melone.
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Varietà di cocomero
Esistono circa 1200 varietà di cocomeri che si differenziano per grandezza, forma, colore della buccia e della polpa.
In italia coltiviamo prevalentemente due qualità di cocomeri: Crimson Sweet, che proviene dall’America settentrionale, e Charleston Grey, che matura più tardivamente della prima. Sono molto grandi e di forma oblunga, possono arrivare fino ad una ventina di chili e spesso vengono vendute tagliate in due o più parti.
La Sugar Baby, ad esempio, è di piccole dimensioni, ha polpa o rossa o gialla e può essere anche completamente priva di semi.
Una varietà molto bizzarra di anguria è quella che anni fa alcuni agricoltori giapponesi “crearono” apportando alcuni accorgimenti in fase di crescita. Alcuni contadini della regione di Zentsuji, infatti, si resero conto che era poco pratico stoccare e trasportare i cocomeri. A causa della loro forma, tonda o ovale, richiedevano l’occupazione di ampi volumi, costringendo a lasciare molti spazi vuoti. Decisero allora che avrebbero dovute avere una forma squadrata: vennero fatte crescere dentro a contenitori di vetro dalla forma squadrata, in modo che crescendo il frutto avrebbe assunto una forma cubica. Ottennero così frutti rettangolari che potevano essere accatastati e trasportati in modo molto funzionale.
Come capire quando il frutto è maturo
Anche per i coltivatori più esperti è molto difficile capire quando il cocomero va raccolto. Il frutto matura all’incirca 40 – 45 giorni dopo la fioritura, quando le piante perdono vigore. I frutti pronti per la raccolta si riconoscono per la buccia liscia e brillante e la porzione di frutto che tocca il suolo tende a ingiallire.
Il metodo più conosciuto per capire il grado di maturazione del cocomero è quello di battere il pugno sulla buccia: l’anguria è pronta per essere raccolta quando emette un suono grave e sordo.
Come gustare al meglio l’anguria o cocomero
Va sfatata la leggenda per cui l’anguria sia un frutto poco digeribile. Fatta esclusione per i bambini fino a tre anni, che non possiedono ancora la capacità di digerire l’anguria così come molti altri cibi, non c’è nulla nell’anguria che la renda un alimento pesante. Il motivo di questa impressione sta nel fatto che spesso l’anguria viene consumata, come gli altri frutti, a fine pasto. Essendo però molto ricca d’acqua, essa rallenta la digestione in quanto ai succhi gastrici va ad aggiungersi l’acqua del frutto, e si ha così una sensazione di pesantezza. Decisamente meglio consumarla lontano dai pasti.
L’anguria è ottima da gustare in spiaggia sotto l’ombrellone o di sera, quando non si ha voglia di appesantirsi e si preferisce cenare con una leggera e colorata tagliata di frutta fresca. Oltre che nel modo classico, cioè al naturale, fatta a fette e mangiata, l’anguria può essere gustata anche in altre maniere.
L’anguria innanzitutto si presta benissimo come frutto per macedonie e spiedini di frutta, ma anche per sorbetti, semifreddi, granite e gelati. Coloro che amano sperimentare abbinamenti inusuali, inoltre, possono provare l’anguria come ingrediente secondario in secondi piatti…Un pizzico di freschezza e di dolcezza nelle pietanze a base di carne!
In oriente dal succo di anguria si ricava un vino fermentato, mentre i semi vengono tostati e consumati come snack. In Cina, inoltre, viene consumata anche la buccia. Essa è, infatti, commestibile ed i cinesi la tagliano a fette e la stufano o friggono come fosse un normale ortaggio.
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