Sono davvero utili le caraffe filtranti?

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Le caraffe filtranti

Mineracqua, l’associazione che raggruppa le imprese d’acqua minerale, alcuni mesi fa ha consegnato un esposto alla procura torinese. I contenuti del dossier indicherebbero l’ipotesi di frode in commercio e di commercio di sostanze alimentari nocive per la salute pubblica.

Già da queste parole è facile comprendere quanto allarmante sarebbe se tali ipotesi venissero confermate. In molti  hanno già acquistato e adoperano queste caraffe filtranti, nella speranza di rendere migliore l’acqua corrente in modo da poterla bere (con notevole vantaggio economico non dovendo più acquistare teoricamente l’acqua minerale).

caraffe filtranti

Dubbi sulle caraffe filtranti

In particolare l’esposto sarebbe diretto alle caraffe del tipo a carboni attivi (Brita, Auchan e Viviverde secondo quanto possiamo apprendere dalla fonte di questa informazione) che, non solo non sarebbero in grado di purificare l’acqua, ma anzi al contrario la renderebbero non potabile.

Ad aggravare quest’ipotesi di reato, se già la nocività per la salute non fosse abbastanza, vi è il fatto che se una funzione questa caraffe hanno pare sia quella di privare l’acqua dai contenuti nutritivi utili rovinandola con sostanze estranee e nocive. Le analisi di laboratorio hanno confermato che i filtri ai carboni attivi sarebbero in grado di alterare il ph dell’acqua fin sotto la soglia limite prevista per legge, inoltre rimuoverebbero calcio e magnesio sostituendo questi nutrienti con sostanze nocive come sodio, potassio e argento.

In maniera pratica ciò vuol dire che l’acqua sarebbe resa non potabile, fuori dai criteri previsti per legge e potenzialmente dannosa per la salute.

I risultati delle analisi sono stati segnalati al Ministero della salute e all’Istituto superiore di sanità, non resta che aspettare gli esiti di tali consultazioni ed eventuali provvedimenti ufficiali.

Secondo le analisi di laboratorio a correre maggiormente i rischi di queste acque “filtrate” sarebbero i soggetti affetti da diabete, ipertensione o cardiopatie.

In difesa di tali prodotti l’azienda Brita è prontamente intervenuta segnalando che già due Ministeri della Salute (quello austriaco e quello tedesco) si sarebbero mostrati favorevoli alle brocche filtranti. Inoltre gli stessi foglietti illustrativi riportano la necessità di discutere col medico curante l’uso delle brocche, in presenza delle suddette patologie.

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