Cosa sono le diete dissociate?

Le diete dissociate sono una delle tante possibili risposte inventate per combattere il sovrappeso.

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Perché le diete dissociate

La salute viene prima di tutto. Sono ormai numerosi i riscontri scientifici dei rischi del sovrappeso. Malattie cardiache, diabete e pressione alta sono connessi a un peso corporeo fuori misura.

Mantenere il peso forma dovrebbe essere interesse di tutti, impegnandosi anzitutto in un corretto stile di vita.

Non di meno, la dieta non garantisce il peso forma, se al contempo non si abitua l’organismo ad uno stile di vita salutare.

Talvolta, però, nemmeno lo stile di vita garantisce un peso ideale.

Soprattutto per le donne, durante la vita alcuni eventi possono incidere sul proprio peso; gravidanze, disturbi ormonali o periodi di forte stress sono alcune delle cause più comuni.

Bisogna, allora, praticare uno sport leggero, anche per i benefici psicologici che ne derivano.

L’attività fisica libera endorfine, e quando genera una moderata attività aerobica, può aiutare a perdere peso, purché praticata con costanza.

Ma quando nemmeno questo basta, il dietologo potrebbe consigliare una dieta.

Spesso la motivazione alla base di una dieta può essere semplicemente estetica.

Ma bisogna ricordare che una pratica dietetica è sempre una terapia fisica, che come ogni terapia deve avere motivazioni mediche.

Anche perché i canoni di bellezza trasmessi in tv possono dare un’idea sbagliata di ciò che è bene per il corpo e per la propria salute.

Certo, dimagrire può permettere di sentirsi meglio anche con la propria immagine, ma questo è bene che resti principalmente un supporto psicologico per affrontare le limitazioni imposte dalla dieta, e non la motivazione principale.

Quindi attenzione anche alle diete “fai da te”. La dieta deve essere prescritta da un medico sulla base di valutazioni specialistiche.

Le diete dissociate

Con questo termine si indica una famiglia di diete che si basano sul principio di mantenere separati tra loro alcuni alimenti.

Appunto “dissociati“.

Secondo i sostenitori di questa dieta, infatti, il contatto tra alcuni cibi può generare interazioni che sarebbe meglio evitare.

Non esiste una sola dieta dissociata, ma un unico principio che ne accumuna molte.

Anche la sua finalità è unica, dimagrante e curativa, ma le caratteristiche di ciascuna sono diverse.

C’è quella che consiglia alcune dissociazioni, e quella che ne consiglia altre. Una propone di mantenere separati gli alimenti nei singoli pasti, mentre un’altra lo consiglia lungo l’intera giornata.

Come funzionano

Il primo esempio di dieta dissociata risale al 1911 e può esemplificare bene i principi di questo regime alimentare. Fu messa a punto dal dott. Howard Hay negli Stati Uniti, e fu per questo detta “dieta Hay”.

Il dott. Hay la sviluppò per auto curarsi da una malattia renale che lo affliggeva.

Per migliorare le proprie condizioni di salute modificò il proprio regime alimentare, e sulla base di ricerche e sperimentazioni giunse a migliorare il proprio stato.

Howard Hay partì dall’osservazione che parte degli alimenti non viene né metabolizzata né espulsa dall’organismo, ma permane sotto forma di accumuli che possono causare problemi fisici.

Nel corso delle sue osservazioni, arrivò ad identificare la causa di questi accumuli nell’eccessiva alimentazione: eccessivo consumo di carne, di farinacei, di alimenti in genere.

L’eccesso alimentare non digerito genera gli accumuli nocivi. In particolare, talune combinazioni di cibo ostacolerebbero la digestione, restando a  fermentare nell’intestino.

I principi di Hay

La dieta dissociata sviluppata da Hay si propone così di evitare quelle combinazioni di alimenti che possono creare difficoltà digestive e i problemi connessi.

Ad esempio, indica di evitare di combinare, nello stesso pasto, proteine e carboidrati (come ad esempio pasta e carne).

Oppure alimenti che contengono proteine differenti (come ad esempio formaggio e pesce) e di non usare condimenti derivati da grassi animali.

La frutta non andrebbe consumata dopo il pasto, perché rallenterebbe i processi digestivi.

Altre indicazioni di Hay sono:

  • consumare in modo limitato proteine, amidi e grassi
  • mangiare molta frutta e verdura
  • preferire il grano integrale alle farine bianche
  • far intercorrere non meno di quattro ore tra un pasto e l’altro.

Anche se nel caso di Hay questa dieta sembra funzionare, va ricordato anche che ha ricevuto pesanti critiche.

Secondo alcuni non permetterebbe infatti di mantenere un regime alimentare adeguato.

I tipi di diete dissociate

La famiglia delle diete dissociate comprende le diete di:

  • Hay
  • Antoine
  • Shelton
  • Beverly Hills
  • cronodieta

Iniziamo con la dieta dissociata di Hay, che pare essere la prima.

Nota anche come “food combining”, come abbiamo detto fu sviluppata da Howard Hay nel 1911.

Cerca di evitare gli accumuli di sostanze che possono crearsi durante una cattiva digestione.

Per migliorare la digestione, il dott. Hay consiglia di mantenere separati alcuni cibi, ridurre l’ingestione di alcuni, e preferirne altri.

Le regole di Hay

Al bando allora le combinazioni di carboidrati, proteine e frutti acidi, di proteine diverse tra loro, e piuttosto mangiare molta verdura, poche proteine, amidi e grassi.

Poi, evitare le farine bianche e preferire il grano integrale, mangiare anche molta frutta ma non dopo i pasti, perché rallenterebbe la digestione. Infine, non far passare meno di quattro ore tra un pasto e l’altro.

Dieta di Antoine

La dieta dissociata di Antoine, o dieta dissociata classica, si basa sull’assunzione di un unico tipo di alimento durante l’intera giornata.

Si può scegliere tra latticini, verdure, frutta, uova, carne e pesce; una volta deciso l’alimento, se ne può mangiare a volontà, ma non si può assumere nient’altro.

Tra le categorie non sono inclusi i dolci e gli alcolici.

Dieta di Shelton

La Dieta di Shelton prende il suo nome dal dott. Erbert Shelton, che la inventò nel 1928 facendone un vero e proprio stile di vita senza alcun limite temporale.

Shelton propone di consumare, nello stesso pasto, solo cibi appartenenti alla stessa categoria.

Le categorie di Shelton raggruppano, da una parte, carne, pesce, uova, latte e derivati, e dall’altra pane, pasta, riso, patate e dolciumi.

Inoltre, Shelton inserisce una categoria neutra (verdure, frutta secca, olio e burro) che può essere associata, senza problemi, alle prime.

Dieta di Beverly Hills

La dieta di Beverly Hills, invece, è più recente.

È il 1997 quando Judy Mazel la propone, e pare aver riscosso molto successo presso le star di Beverly Hills, da cui il  nome.

Mazel sostiene che i cibi sono assimilati in modo corretto se contengono gli stessi enzimi, e sostiene le virtù della frutta (meglio se esotica), tanto da proporla anche come unico alimento.

È possibile, tuttavia, variare con proteine e carboidrati, ma non nello stesso pasto.

Cronodieta

L’ultima dieta dissociata è la cosidetta cronodieta, secondo cui gli stessi cibi ingrassano in modo differente a seconda dell’ora in cui vengono ingeriti.

Per dimagrire, bisogna, quindi mangiare carboidrati a pranzo e proteine a cena. 

Critiche e rischi

Tutte queste diete hanno ricevuto numerose critiche perché valutate come “sbilanciate” e soprattutto basate su assunti non scientificamente fondati.

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