A scuola, come in ogni ambito formativo, è importantissimo che l’ambiente sia stimolante, privo d’eccessive tensioni e discriminazioni. L’assenza di tranquillità arreca direttamente una condizione di malessere che può sfociare in un calo dei risultati scolastici.
Ogni allievo deve essere consapevole di avere le stesse opportunità concesse ad ogni altro. Inoltre è auspicabile che ciascuno sia ben inserito nel contesto classe. A questo devono vigilare i formatori, gli stessi insegnanti. Essi tentano di favorire l’interazione tra gli allievi, per un ambiente più sereno in cui lavorare e soprattutto per il bene dei singoli individui.
Ai docenti spetta il compito di giudicare il lavoro svolto, attribuendo talvolta voti positivi quanto negativi. Ma non sempre il voto è proporzionale all’impegno profuso nello studio. Per questa ragione gli allievi possono maturare la convinzione che i risultati scolastici non sono controllabili.
Se invece le lunghe ore di studio vengono ripagate attraverso un giudizio positivo, i soggetti si convinceranno che all’impegno corrispondono direttamente i meritati riconoscimenti.
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La cause dei cattivi risultati scolastici
Numerose ricerche hanno stabilito che, in linea di massima, sono preferibili le attribuzioni che spiegano successi ed insuccessi in termini d’impegno anziché di capacità.
L’intelligenza e le predisposizioni naturali a determinate materie piuttosto che ad altre, sono fattori stabili ed immutabili, malgrado i possibili sforzi.
Da questo, in casi estremi potrebbe maturare un senso d’impotenza scolastica, frustrante condizione psicologica derivante dai cattivi giudizi ricevuti. Simile senso d’impotenza è inoltre verificabile in soggetti molto dotati dal quale si pretende troppo. L’eccessivo gravare degli sforzi richiesti potrebbe rivelarsi non più sostenibile e dunque condurre l’individuo ad un duraturo scoraggiamento che renderà vani o quasi successivi tentativi degli insegnanti di spronarlo.
Fondamentale è la percezione che lo stesso allievo ha durante il suo percorso di studi. Come giustifica i propri risultati scolastici? Come li confronta con gli altri?
Un allievo, oltre ad avere un giudizio su se stesso, matura anche opinioni sui proprio insegnanti e sui propri compagni. Tali opinioni influiscono notevolmente sulla visione della realtà che lo circonda, e, talvolta, lo liberano dal gravoso carico dell’insuccesso attribuendo a fattori esterni l’accaduto.
Possono venirsi a determinare situazioni in cui il bambino non da più valore ai voti ricevuti, rendendo così molto al di sotto delle proprie potenzialità.
La responsabilità degli insegnanti nei risultati scolastici
Talvolta in una classe si forma l’opinione generalizzata che un insegnante sia un soggetto instabile, che dispensa arbitrariamente voti in base al proprio umore o alle proprie preferenze. Di conseguenza, il voto sembrerà essere un fattore al di fuori del controllo degli allievi, i quali non avvertiranno più la necessità di studiare.
La cosa più deleteria che possa avvenire in un processo di formazione è proprio che gli alunni si convincano che non vi sia legame tra prestazione e risultati scolastici. Questo potrebbe verificarsi anche in casi in cui i docenti pretendono troppo o troppo poco, oppure se hanno uno standard di valutazione generalmente alto o basso.
Non è inoltre trascurabile l’influenza che hanno le esperienze passate sulla visione dei singoli individui. Se un alunno ha avuto un’esperienza negativa con un vecchio docente di matematica, è molto probabile che sviluppi un’avversione per la materia o una diffidenza nei confronti del nuovo docente.
Approccio positivo
Un formatore, parlando in termini di impegno, dovrebbe anche inculcare quanto più possibile un pensiero costruttivo nella classe. È fondamentale che si sia sempre orientati al futuro, a nuovi obbiettivi da ottenere anche attraverso la collaborazione. Non bisognerebbe rimuginare sugli insuccessi del passato, producendo, invece, conflittualità e perdita di scopi.
Ricerche sociologiche hanno messo in luce la generale tendenza, intrinseca sia negli insegnanti che negli allievi, di attribuire i successi a loro stessi ed i fallimenti agli altri.
Generalmente, solo gli insegnanti con maggiore esperienza si caricano la responsabilità degli insuccessi, oltre che dei successi dei loro allievi. I docenti di questo tipo sono molto attenti alla classe, tentano più metodi d’insegnamento e non temono di mettersi in discussione in prima persona, anche nel colloquio con i genitori.
Il ruolo dei genitori
Ai genitori spetta il compito di vigilare sulla resa scolastica dei figli, in modo più approfondito della sola lettura delle pagelle. La stessa condizione famigliare, se colma di tensioni e stress, può essere causa di perdita di concentrazione.
Anche se il bambino non lo manifesta nell’immediato, o non ne parla esplicitamente, o magari non se ne rende nemmeno conto, non vuol dire che necessariamente sia del tutto sereno. Spesso si assimilano tensioni senza neanche saperlo, esse s’accumulano, prendono altre forme, sembrano essere al di là dei possibili controlli.
I controlli devono dunque essere reciproci, tra insegnante e genitore.
È chiara l’importanza basilare che ha il ruolo dell’insegnante nella formazione. La scuola è anche ambito di formazione personale che costituisce, assieme alla famiglia, la principale ‘palestra di vita’ per le persone che gestiranno la società del domani.
La relazione tra motivazioni ed apprendimento attuata dai diversi docenti incontrati nel proprio percorso formativo, vanno a determinare l’opinione che il soggetto avrà del sistema scolastico.
Poniamo per esempio un alunno che nel corso dei suoi studi ha dovuto affrontare una serie di difficoltà, vedendosi spesso scavalcare da persone che apparentemente non fanno il minimo sforzo per avere ottimi voti. Un soggetto sensibile potrebbe ritenere i propri sforzi inutili rispetto ad una società che premia i nullafacenti, e potrebbe portarsi dietro questi opinioni molto a lungo.
È proprio per questo motivo chei giudizi professionali attribuiti al docente possono essere determinanti. Un allievo che non ha rispetto per i giudizi elargiti dal proprio professore è di fatto un allievo che scolasticamente non rende quanto potrebbe.