Cos’è e come si combatte la sindrome del cucciolo nuotatore?

Curare la sindrome del cucciolo nuotatore

Il nome stesso della sindrome del cucciolo nuotatore allude ai movimenti natatori che il cucciolo effettua nel tentativo di muoversi, di fatto attuando forti pressioni sull’addome e tendendo a comprimere gli organi interni. Proprio questa caratteristica, ossia le conseguenze sugli organi interni, può condurre il cucciolo alla morte se non viene aiutato.

Questi cucciolo affetti dalla sindrome, si nutrono come tutti gli altri ma non riescono a compiere i loro primi passi. Riscontrano un forte affaticamento e gli arti stessi, anteriori e posteriori, s’angolano in modo alterato e preoccupante.

Oltre ai sintomi diretti della malattia se ne possono aggiungere altri, capaci di peggiorare ulteriormente le condizioni di vita del povero cucciolo. È il caso d’abrasioni sul petto e sulla zona pelvica, causati dal continuo sfregamento al suolo oppure dal ristagno delle urine. Altrettanto serie possono essere le conseguenze sulla respirazione.

sindrome del cucciolo nuotatore

Ma cosa è possibile fare per evitare quest’atroce agonia per il cucciolo? Esistono piccoli rimedi che possono aiutare sensibilmente in cucciolo in difficoltà per via della sindrome del cucciolo nuotatore, primo tra tutti è il tappetino da realizzare negli spazi visitati dal cucciolo. Per aiutare il piccolo nei movimenti è possibile costruire un basamento tutto per lui, magari semplicemente con un po’ di paglia pulita ricoperta da una copertina o vecchi asciugamani.

Un’altra soluzione può essere quella di porre numerose palline di giornale sulle quali il cucciolo potrà adagiarsi, limitando un po’ la pressione al suolo. Tutto dev’essere mirato a ridurre la compressione dorso-addominale e le sue drammatiche conseguenze.

È bene aiutare il cucciolo nei suoi movimenti, prendendolo almeno due volte al giorno per tentare di farlo camminare su d’un tappetino ruvido per esterni. Occorre guardare con attenzione il cucciolo per evitare che resti troppo a lungo in una stessa posizione e, qualora ciò avvenga, spostarlo ed adagiarlo in un altro  modo.

Per aiutare lo sviluppo del tono muscolare è bene effettuare massaggi sulla parte terminale dello scheletro.  Per evitare il divaricamento delle zampette posteriori, è possibile applicare una fasciatura.

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