Come si diventa operatore di turismo responsabile?

Guida ad i Contenuti

I principi del “turismo responsabile”

Chi vuole conoscere in maniera approfondita i capisaldi sui quali si basa questo tipo di turismo può leggere il libro “Turismo responsabile-nuovi paradigmi per viaggiare in terzo mondo”, scritto da uno dei pionieri di tale settore, Renzo Garrone. E’ stato proprio lui a gettare le fondamenta di questo innovativo modo di “fare turismo”, con i primi viaggi in Nepal e India nel 1991. Il turismo responsabile si basa su alcuni principi. 1) i rapporti tra le persone sono prioritari rispetto a tutto il resto: ciò significa che viaggiare non consiste soltanto nel visitare le bellezze artistiche e naturali di un posto, ma anche venire in contatto con la cultura e le tradizioni di chi vi abita. Questo principio si lega ad un altro, 2) l’equità economica. Tutti gli introiti dell’alloggio, vitto e quant’altro sono destinati agli abitanti del posto, e non certo agli investitori che hanno costruito i grandi alberghi e villaggi turistici. In genere gli abitanti del posto vengono sottopagati e costretti a lavori umili e logoranti. Per non parlare di come villaggi ed alberghi hanno contribuito a demolire la bellezza di alcuni posti selvaggi ed incontaminati. 3) Il terzo principio riguarda l’organizzazione del tempo: gli orari e le mete sono flessibili e consentono al turista di conoscere i luoghi in modo approfondito, assecondando anche la sua curiosità. E poi è importante 4) il principio della compatibilità ambientale: il viaggio è improntato al rispetto dell’ambiente, per cui si usano i mezzi pubblici per spostarsi, e si privilegiano le soluzioni che utilizzano energie rinnovabili e pulite.

Le possibilità di impiego

Per consultare le possibilità di lavoro in questo settore ci si può rivolgere all’Aitr, che raccoglie le imprese e le associazioni operanti in questo ambito. Sul sito www.aitr.org è possibile consultare l’elenco delle cooperative operanti sul territorio, e prendere contatti con i responsabili. Un giovane che abbia completato gli studi e che abbia anche frequentato un master nel campo del turismo responsabile può proporsi agli enti locali della sua zona di residenza e creare un progetto di promozione del territorio locale. L’Unione Europea stanzia dei finanziamenti per incentivare il turismo responsabile, solo che gli enti locali spesso non sanno come utilizzarli. Altro sbocco professionale è l’impiego presso i tour operator tradizionali, che comunque cominciano a mostrare un certo interesse per il turismo responsabile. C’è la possibilità di lavorare in questo settore anche all’estero, o diventare cooperanti a contratto. Sul sito dell’Aitr trovate le informazioni che vi servono al riguardo.

Condivi l'articolo

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.