Che cosa sono stress e ansia e cosa provocano?

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Lo stress quotidiano

Capita spesso d’incontrare per strada gente che è palesemente scontrosa, agitata, mossa dalla fretta, o simili.

Insomma, ci sono nervosismi quotidiani che sappiamo ben riconoscere, pur non essendo psicologi. Ma talvolta le condizioni di malessere psichico sono molto più celate, nascoste benissimo da sorrisi di circostanza o da distrazioni casuali.

In entrambi i casi, condizioni di ansia e stress ( e la sua drammatica conseguenza, la depressione) sono tragicamente diffuse tanto che alcuni sono soliti definirli le malattie del secolo.

Ma prima ancora di chiedersi come sia possibile combattere lo stress, occorre chiedersi quando una condizione d’ansia è davvero stress?

Ansia benigna e ansia maligna

Doverosa è una preliminare distinzione tra

  • ansia benigna
  • ansia maligna

È necessario riconoscere l’ansia come un sentimento umano, normale e comprensibile. Si tratta d’una risposta fisiologica ad una situazione di pericolo e fa sì che il corpo si predisponga nella maniera migliore ad affrontarla.

Pensiamo, ad esempio, al dover sostenere un esame, un importante colloquio di lavoro, dover confessare a qualcuno delle questioni importanti, dover uscire di casa in tempo per prendere il pullman, etc.

Si tratta di situazioni in cui, non solo l’ansia non è dannosa, ma va addirittura auspicata, perché costituisce la spinta che ci muove verso gli obbiettivi. Se sfortunatamente non vi fosse ansia, si vivrebbe nell’apatia e senz’altro non andremmo lontano.

Al contrario va distinta l’ansia che ci blocca, che ci fa sentire come in apnea, paralizzati dal terrore. Si tratta d’un costante stato d’allarme che oramai ha perso la relazione con la situazione di pericolo. È come un tilt, un’irrealistica preoccupazione assolutamente non giustificata dalle circostanze.

Sintomi dell’ansia

Classici sintomi sono la convinzione di non poter superare le difficoltà e lo spirito arrendevole e passivo che ancor più abbatte l’individuo.

Tra le reazioni possibili vi è certamente l’evitare la fonte di preoccupazione, allontanandosi volontariamente da ciò che si credere la fonte dell’ansia. Ciò procura come diretta conseguenza una paura sempre maggiore per un qualcosa che non s’affronta.

Ancor più preoccupante è quando l’individuo, inconsciamente e senza rendersene conto, ha così tanta paura da rimuovere dalla propria mente l’immagine di ciò che gli arreca il malessere ed apparentemente lo dimentica.

In realtà tutto ciò che gli arreca dolore è latente e si fa vivo, di tanto in tanto, a seconda di situazioni diverse che per certi aspetti lo rievocano. Ciò è, inevitabilmente, causa d’un malessere generalizzato.

Solo alla luce di quanto detto sugli stati d’ansia si può arrivare a comprendere l’esatta natura dello stress. Esso deriva da una condizione prolungata e costante di sopportazione dell’ansia.

Può capitare che una continua condizione d’agitazione, sfinisca mente e fisico, tanto da arrecare condizioni spiacevoli e malessere.

Quali sono le conseguenze fisiologiche dello stress?

Inevitabilmente degli stati prolungati d’ansia e stress, hanno delle ripercussioni sul fisico. La mente, l’umore o più in senso lato lo stato d’animo, sono determinanti per il benessere dell’organismo.

Questo è lo stesso principio per la quale si dice che un malato in ospedale si riprende tanto prima quanta è la sua voglia d’uscire e tornare in salute. È certo che non tutto dipende dallo stato d’animo, tuttavia le medicine sono senz’altro agevolate dallo spirito combattivo.

Disturbi fisici causati dallo stress

Questa correlazione tra corpo e mentre è diretta e tangibile anche per gli stati d’ansia ed i fastidi derivanti dallo stress.

Occorre chiedersi quali siano i sintomi, in modo da riconoscerli e combatterli. Un consiglio prevale su tutti, chiediamoci se valga davvero la pena aver a cuore una questione prima di lasciarci prendere da forti stati emotivi.

Una delle dirette conseguenze delle condizioni di stress è l’aumento della pressione sanguigna, con tutti i disturbi annessi. Si tratta d’una problematica molto seria se si pensa che la pressione alta va costantemente tenuta sotto controllo per evitare drastici esiti.

L’aumento della pressione è una reazione che ha il fisico in risposta all’esigenza di rispondere all’emergenza in corso. Per lo stesso motivo, insorge la tachicardia.

Può capitare che l’ansia colpisca in maggior modo l’apparato respiratorio, sfociando in iperventilazione. Si tratta d’un aumento incontrollato dell’inalazione d’aria, i respiri si susseguono troppo velocemente, può causare giramenti di testa e nei casi estremi anche annebbiamento della vista. Questo stato confusionale riduce senz’altro la capacità ci concentrazione, occorre in tal caso evitare di mettersi al volante.

Può capitare che si dilatino le pupille e che ogni minimo stimolo arrechi un dolore amplificato.

I muscoli reagiscono all’ansia collocandosi in costante posizione d’attacco, rimangono tesi, pronti a fuggire in caso di necessita. È un po’ come quando, d’inverno, per il freddo induriamo i muscoli involontariamente e poi avvertiamo dolori alle spalle o allo stomaco.

Capita spessissimo che lo stress sfoci in unestremo senso di spossatezza che non trovi conforto nel sonno, giacché l’ansia quand’è particolarmente acuta non lascia tregua neanche nelle ore notturne. Ci si ritrova così a rigirarsi nel letto, da parte a parte, cercando pace e non trovandola in nessun modo.

Sintomi classici sono i disturbi digestivi, diarrea, vomito, acidità di stomaco, dolori, etc.

Quali sono gli effetti dello stress sui capelli?

Grandi spaventi e tensioni pare conducano alla crescita di capelli bianchi, questo è quanto si sospettava fin ora. Adesso però gli studi dei dottori Gideon Koren e Stan Van Uum per la Western Ontario University aprono nuove prospettive che vedono nel capello al possibilità di “registrare” i cambiamenti dei livelli di stress nell’arco di mesi. Rabbia, ansia e stanchezza marchiano i capelli con segni ravvisabili da un occhio attento.

Spesso si sottovaluta lo stato della capigliatura pensando che un cambiamento nel capello possa essere dovuto da fattori ambientali, shampoo, poca cura, ecc. ebbene ciò può non essere sempre vero.

Il capello cresce in media d’un centimetro al mese, se non tagliati i capelli accumulano centimetri e quindi mesi di “ricordi”, ossia una crescita particolare che riporta i segni delle ansie patite.

La ricerca della Western Ontario University ha dimostrato che i capelli conservano i segni di ciò che si è vissuto, anche molto dopo che quei problemi sono stati superati.

A rendere tutto questo possibile è il cortisolo, sostanza che sé accuratamente misurata consente di verificare i fattori di rischio e addirittura avvertire della possibilità d’un infarto. Il cortisolo, infatti, viene prodotto in quantità maggiore dall’organismo quand’esso è sotto stress.

Generalmente i livelli di stress vengono analizzati tramite sangue, urine o saliva, ma ciò raccoglie dati relativi al periodo più immediato e non oltre, cosa che è invece possibile tramite il cortisolo nei capelli.

Tramite un campione comprendente 112 soggetti della stessa età, da poco vittime d’infarto, gli studiosi canadesi hanno potuto verificare che nei 3-4 mesi precedenti alla data dell’infarto si ravvisano tangibili segni di stress nei capelli.

Lo studio rappresenta un’arma che presto potrebbe essere alla portata di tutti per la lotta agli infarti tramite la prevenzione ed un cambiamento repentino degli stili di vita.

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