Cos’è la nostalgia dell’emigrato?

La nostalgia dell’emigrato

Da sempre l’uomo si muove dal luogo in cui nasce, spostandosi in una terra apparentemente migliore. Anche oggi emigrare è una pratica diffusa, e sono molte le persone che abbandonano la terra natale per scegliere un differente Paese in cui vivere, spesso i motivi sono lavorativi o semplicemente ideologici.

Non importa quali sono i motivi che spingono l’individuo a lasciare la propria Nazione, ma una cosa è certa, prima o poi arriverà il richiamo della terra natale. La nostalgia in questo caso, è un sentimento apparentemente“sano”, ma molto complesso e difficile da affrontare, che presto o tardi arriverà. Ovviamente parliamo di situazioni in cui l’allontanamento dalla propria terra è più o meno volontario e non ci sono impedimenti reali nel tornare.

Chi lascia il proprio paese di origine, in alcuni casi ha la fortuna di tornare a casa e trovare la pace, in altri casi, soprattutto se l’esperienza all’estero ha una breve durata, il rientro non è positivo e poco dopo tempo i motivi che hanno spinto la persona ad andarsene riaffiorano. In altri casi dove la permanenza dura per anni,  si vivrà in un paese che verrà riconosciuto come la propria casa, ma nel cuore manterremo il mito del luogo che abbiamo lasciato.

Cosa provoca la nostalgia dell’emigrato?

La nostalgia dell’emigrato è una vera e propria condizione psicologica, fatta dei ricordi che hanno riempito la nostra esistenza e la nostra crescita. Ovviamente la mente sceglie i ricordi più belli quando decide che la nostalgia deve prendere il sopravvento. Provare nostalgia significa quindi creare un immagine nella nostra mente del luogo che abbiamo lasciato e ovviamente anche se sentiremo la mancanza reale anche del luogo che abbiamo lasciato, quello che provoca realmente la nostalgia sono i sentimenti e i ricordi.

La convinzione più difficile da combattere è quella che nella nostra mente classifica il luogo in cui siamo nati, “il nostro vero posto”. Ci sono quindi luoghi che nel corso della vita diventano di passaggio e in quel caso la nostra mente li tratterà in modo differente. L’emigrato tende infatti a vivere di sentimenti, non vivendo razionalmente in quel preciso momento della sua vita il luogo in cui è nato; idealizzando quello che ha lasciato, quel posto viene descritto e identificato come il luogo della sua vita.

Da tutto questo scenario fatto di ricordi, sentimenti e illusioni, nascono le difficoltà. La nostalgia si mescola, all’insoddisfazione e alla confusione. Chi vive in un altro luogo nel mito della terra in cui nasce, vivrà sospeso su un filo, in attesa del ritorno. Non si impegnerà realmente nella terra che ha scelto per vivere, considerandola un luogo di passaggio per tornare poi da dove si è partiti.

Lasciare il proprio paese dove vi erano le poche certezze che riempivano la nostra vita, significa dover cercare questi stessi sentimenti in un luogo nuovo, asettico, dove non abbiamo un passato da ricordare. La nostalgia sé vissuta in modo intenso, diventa un sentimento doloroso che sfocia in un malessere sia psicologico che fisico. Il malessere in alcuni casi si trasforma a un forte attaccamento per le proprie origini, dando un senso di appartenenza alla persona che si sente priva di punti di riferimento.

Condivi l'articolo

2 commenti su “Cos’è la nostalgia dell’emigrato?”

  1. Parole vere,io sono un Italiano emigrato,dal centro sud,al Nordest,per tanti anni,adesso mi sono avvicinato,nella zona dell’emilia,,ma sono sempre 500 km,dalla mia terra,e qui nonostante che vivo da 10 anni,non mi sono ambientato,sono rimasto solo per il lavoro,in questo ultimo anno ho una malinconia tremenda,nonostante abbi al mio fianco una compagna,meravigliosa,ma lo nostalgia prende il soppravvento, e stò morendo dentro con perdita della mia autostima,e tutto quello che porta dietro,non vedo l’ora di tornare.

  2. PIERO,Parole vere sono un Italiano emigrato da 19 anni ,ho vissuto tanti anni al Nodest,dove li a volte avevo un pò di nostalgia,però ero gratificato dal lavoro, e una volta alla settimana facevo il volontario in ospedale,in geriatria,e nel Nordest mi ero ambientato molto bene, avevo il mio lavoro e le mie amicizie,i Veneti sono molto diffidenti,ma quanto ti conoscono che hai lasciato la tua terra per lavoro e ti comporti bene, poi ti apprezzano,nonostante che erano 650km mi sentivo bene e sereno,adesso da 12 anni mi sono trasferito nella zona dell’Emilia Romagna,però ho tanta nostalgia,sopratutto in questi ultimi 2 anni,nonostante che abbia al mio fianco una donna meravigliosa,e questa cosa mi stà distruggendo,ho perso anche la mia autostima e tutto quello che si porta dietro,nè ho parlato con lei,e mi vede sofferente,e mi ha detto il mio amore per tè non camnbiare nemmeno a 450km,spero di potere assoporare quel giorno,perchè non vivo,più.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.